La Nuova Sardegna

La sanità moderna

Tecnologia ed emergenza: l’AW139 dell’elisoccorso sardo

Tecnologia ed emergenza: l’AW139 dell’elisoccorso sardo

Progettato e prodotto da Leonardo è il fiore all’occhiello dell’Areus, l’unico abilitato al volo notturno

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Sassari Nell’attuale scenario globale, quando la rapidità fa la differenza tra la vita e la morte, l’elisoccorso rappresenta una delle componenti più strategiche della sanità moderna. Nelle grandi metropoli consente di collegare rapidamente le aree periferiche agli ospedali, superando i limiti del traffico, come avviene a Londra e a Parigi. Negli Stati Uniti è invece indispensabile nelle aree a bassa densità abitativa caratterizzate da ampie zone rurali e da pochi ospedali. In molti contesti l’elicottero è l’unico mezzo certo e garantito, come accade anche in Australia.

Negli ultimi otto anni il settore ha registrato una forte espansione: secondo LCI Analytics, il numero di eliambulanze nel mondo è cresciuto di quasi il 25%, con un mercato globale che oggi vale 7,2 miliardi di dollari. In questo quadro l’Italia si distingue per un modello efficiente e per l’impiego di tecnologie avanzate sviluppate da Leonardo, con elicotteri progettati per operare in ambienti complessi, dai climi nordici ai deserti, alle foreste sudamericane, fino alle regioni artiche e alle aree vulcaniche del Giappone. Senza arrivare agli estremi della terra, basta citare il nostro paese, dove l’elisoccorso è presente in tutte le nostre regioni. Tra queste la Sardegna, che per estensione territoriale, morfologia collinare e montuosa e distanza di molti centri dai principali ospedali ha un sistema dell’emergenza-urgenza tra i più complessi del paese. In molte aree interne e in diversi tratti costieri, ogni intervento diventa una corsa contro il tempo.

L’elisoccorso in Sardegna è attivo tutto sommato da poco tempo: dal 1° luglio 2018, l’Areus, l’azienda sanitaria regionale, garantisce il servizio attraverso tre basi negli aeroporti di Olbia, Cagliari e Alghero. I principali ospedali sardi sono inoltre dotati di piazzole per l’ atterraggio degli aeromobili. In sette anni il sistema si è consolidato come risorsa strategica assicurando un collegamento rapido tra il luogo dell’emergenza e la struttura sanitaria più appropriata. «È una risorsa insostituibile per la Sardegna» spiega il direttore del servizio, Antonello Piras. «Interveniamo in un territorio difficile, dove la rapidità fa la differenza. Le missioni sono cresciute costantemente: dalle 650 del 2018 alle oltre 2.300 del 2024, di cui il 73% primarie e il 27% secondarie, regionali ed extra regionali».

La base di Olbia, unica attiva H24, è un riferimento per l’intera isola. Qui opera l’AW139 “I-OLBI”, prodotto da Leonardo e operato da Airgreen, che negli ultimi anni ha effettuato circa il 40% delle missioni svolte in tutta la Regione, con una media di 850 interventi annuali. È l’unico elicottero del sistema regionale abilitato al volo notturno, una capacità che amplia in modo significativo la finestra d’azione.

Le missioni primarie includono scenari estremamente impegnativi, spesso difficili da immaginare per chi non vive il soccorso da vicino. Ad esempio nel Gennargentu, il massiccio montuoso più aspro della Sardegna, si effettuano i cosiddetti verricellamenti: operazioni in cui l’elicottero resta in volo stazionario e i soccorritori vengono calati con un cavo fino al punto in cui si trova il paziente, per poi risalire a bordo insieme a lui. Lo stesso accade lungo le pareti rocciose della costa orientale. «La precisione dell’AW139 è decisiva» aggiunge Piero Fogu, tecnico del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. «Stabilità e potenza ci permettono di operare in sicurezza dove via terra sarebbe impossibile. Dalle falesie dell’Ogliastra o dentro Gorroppu fino alle spiagge affollate di bagnanti, un verricello elettrico ad alta velocità ci consente di essere calati fino a 90 metri, consentendoci di intervenire quando non è possibile atterrare».

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