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Il vicino accusa Eros Ramazzotti: crollo in casa dopo i lavori e danni per 200mila euro

Il vicino accusa Eros Ramazzotti: crollo in casa dopo i lavori e danni per 200mila euro

Dopo una ristrutturazione nell’appartamento del cantante, il proprietario del piano di sotto denuncia un cedimento e chiede il risarcimento

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Milano Una ristrutturazione avviata in un appartamento di CityLife, a Milano, si è trasformata in una complessa controversia giudiziaria che coinvolge il proprietario dell’alloggio sottostante e un vicino molto noto: Eros Ramazzotti. A raccontare la vicenda è il quotidiano La Verità, che ricostruisce i passaggi di una disputa arrivata in tribunale.

Il caso riguarda Paolo Rossi, 59 anni, revisore dei conti di origine genovese, residente con la moglie nell’appartamento situato al piano inferiore rispetto a quello acquistato dal cantante nell’autunno del 2024. Secondo quanto riferito dai legali di Rossi, fino a quel momento non si erano mai verificati problemi strutturali o danni riconducibili ai lavori effettuati negli alloggi sovrastanti.

La situazione, sempre secondo la ricostruzione riportata da La Verità, sarebbe cambiata dopo l’ingresso di Ramazzotti nello stabile e l’avvio di un intervento di ristrutturazione particolarmente invasivo. Gli interventi avrebbero comportato la demolizione dei muri interni, la rimozione di porte e impianti e lo smantellamento dei pavimenti e dei massetti, eseguito in tempi rapidi e con un uso intensivo di martelli pneumatici. Alle vibrazioni e alle forti immissioni sonore si sarebbe poi aggiunto, il 4 dicembre 2024, un episodio ben più grave.

In quella data, infatti, una porzione del soffitto dell’abitazione di Rossi, nella zona adibita a palestra e sauna, si è improvvisamente staccata ed è crollata al suolo. Solo una circostanza fortuita ha evitato conseguenze per le persone, dal momento che i proprietari non si trovavano in casa. Al rientro, l’appartamento è apparso pesantemente danneggiato e da allora alcune stanze sono state rese accessibili solo dopo l’installazione di strutture provvisorie di sicurezza.

Già prima del cedimento, il direttore dei lavori e l’amministratrice condominiale avevano effettuato un sopralluogo nell’appartamento di Rossi, attestandone il buono stato di conservazione e indicando come eventuali danni futuri sarebbero stati riconducibili agli interventi in corso al piano superiore. Dopo il crollo sono intervenuti vigili del fuoco e polizia municipale: nei verbali viene segnalata la presenza di demolizioni estese e di un dissesto statico compatibile con i lavori eseguiti. L’area interessata è stata transennata e dichiarata parzialmente pericolante.

Una successiva perizia tecnica, prodotta dai coniugi Rossi, ha messo in relazione il distacco dell’intonaco con le operazioni di ristrutturazione, evidenziando la mancanza di adeguate misure di cautela. Da qui la decisione di avviare un’azione civile e di chiedere un risarcimento quantificato in oltre 200mila euro.

La posizione della controparte è opposta: i danni, secondo la difesa dell’artista, sarebbero riconducibili a problemi strutturali preesistenti dell’immobile sottostante. Anche la perizia presentata da Rossi viene contestata, definita generica e redatta unilateralmente. Il procedimento è ora nelle mani del giudice Carlo Di Cataldo, che ha fissato un nuovo tentativo di conciliazione per gennaio 2026. Nel frattempo è stato incaricato un consulente tecnico del tribunale, chiamato a depositare una relazione preliminare e successivamente quella definitiva.

Contattato attraverso il suo ufficio stampa, Ramazzotti non ha rilasciato dichiarazioni sulla vicenda.

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