La Nuova Sardegna

Sassari

Ricette rubate e spaccio di psicofarmaci

di Gianni Bazzoni
Ricette rubate e spaccio di psicofarmaci

L’indagine è scattata dopo il furto del timbro di un neurologo e la sparizione di diversi ricettari dell’Asl e della Aou

25 aprile 2012
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SASSARI. Un giro di ricette falsificate per «spacciare» psicofarmaci e alimentare il mercato clandestino, in larga parte rivolto ai tossicodipendenti. Nell’ambito di una delicata indagine avviata dal comando provinciale, i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Porto Torres hanno denunciato una donna di 40 anni, residente nel centro turritano. E’ accusata di abuso di sigilli e strumenti veri, falsità materiale commessa da privati e ricettazione. Nel corso della perquisizione effettuata a casa sua, i militari guidati dal capitano Mario Colicchio hanno recuperato un timbro con l’intestazione dell’Azienda sanitaria locale 1 di Sassari e appartenente a un neurologo che – a quanto pare – non si era reso conto subito della sparizione; due ricettari in bianco (uno quasi completamente utilizzato) dell’Asl 1 e dell’Azienda ospedaliera universitaria; due ricette con la prescrizione di Valium già compilate e con l’intestazione del timbro sequestrato.

L’attività investigativa non è ancora conclusa e ha preso il via a seguito di una segnalazione delle direzioni sanitarie interessate in merito alla sparizione del timbro e dei ricettari. Il furto risalirebbe al mese di dicembre 2011 e da quel momento – secondo le verifiche compiute dai carabinieri del comando provinciale – c’è stato un significativo aumento delle richieste di psicofarmaci nelle farmacie. Un fattore anomalo che ha portato a una serie di accertamenti incrociati (medici-farmacie) e, in uno di questi, i carabinieri hanno intercettato la donna di 40 anni di Porto Torres (che ha qualche precedente di polizia) che aveva appena acquistato Valium utilizzando la propria tessera sanitaria. La perquisizione domiciliare ha confermato i sospetti degli investigatori e messo in luce un mercato clandestino di psicofarmaci che potrebbe avere dimensioni ben superiori a quelle accertate finora. Gran parte delle ricette del primo blocchetto, infatti, sono già state utilizzate (e non è escluso che altre siano nelle disponibilità di diverse persone) per acquistare farmaci potenzialmente pericolosi se assunti senza controllo medico. Dagli accertamenti effettuati dai carabinieri, tra l’altro, è emerso che i farmaci vengono assunti per via endovenosa, spesso con danni irreparabili per l’organismo umano.

Il monitoraggio degli investigatori ha riguardato un arco di tempo di circa quattro mesi e l’indagine ha come obiettivo quello di fare luce su una questione di primaria importanza: quella della tutela della salute pubblica. Il lavoro prosegue per scoprire come la donna sia entrata in possesso di timbro e ricette e per capire se ha agito da sola o con dei complici.

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