La Nuova Sardegna

Sassari

Una sola agente per 19 detenute

di Daniela Scano
Una sola agente per 19 detenute

La reclusa che ha pestato una poliziotta aveva quasi staccato il naso con un morso a una compagna

09 luglio 2012
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SASSARI. Una donna sola per controllarre diciannove detenute, di cui una pericolosa e un’altra con un bambino piccolo, chiuse in celle distribuite su tre piani. È questa la situazione nella casa circondariale di San Sebastiano dove, come ha denunciato il segretario provinciale del Sappe Antonio Cannas, nei giorni scorsi una assistente capo è stata brutalmente malmenata da una reclusa africana. L’agente è stata salvata dalle altre detenute.

La poliziotta se l’è vista brutta: la detenuta che l’ha assalita all’ingresso dei “passeggi” (i cortili per l’ora d’aria) è il classico “soggetto pericoloso”. La donna è tornata a scontare una condanna dietro le sbarre perché, durante un periodo di libertà vigilata, aveva violato il divieto di avvicinare l’ex marito e l’aveva massacrato di botte. Ma anche in carcere la virago risolve i problemi menando le mani. Durante una lite, qualche settimana fa, ha quasi staccato il naso con un morso a una compagna di cella.

Da quel momento, nessuno vuole condividere la stanza con la nigeriana e neppure stare a lungo in sua compagnia. Sarebbe questa richiesta delle compagne la causa dell’equivoco che ha spinto la detenuta ad assalire la poliziotta che la stava accompagnando ai “passeggi”. La donna voleva trascorrere l’ora d’aria in compagnia e, quando l’assistente capo le ha detto che non era possibile, lei ha pensato che fosse una decisione della donna in divisa. Invece erano le compagne a non volerla nello stesso cortile.

Sono state proprio le detenuto a strappare letteralmente di dosso la compagna all’agente, che ci ha rimesso qualche ciocca di capelli e la serenità. L’episodio ha fatto emergere una situazione esplosiva che si è creata nella sezione femminile della casa circondariale sassarese.

«Il personale femminile è del tutto insufficiente – accusa Antonio Cannas, il primo a segnalare l’episodio ai vertici dell’amministrazione penitenziaria –. Capita quasi quotidianamente che nel reparto lavori una sola agente donna per turno». In realtà, visto che la sezione è composta di tre piani, e considerando che un’agente deve portare le detenute ai passeggi, in organico dovrebbe essere di almeno quattri agenti per turno.

«A San Sebastiano – prosegue Cannas – la sicurezza del personale non è mai stata a rischio come in questo periodo». La situazione è diventata insostenibile da quando i ranghi della polizia femminile, già scarni, si sono drasticamente ridotti per malattie e ferie. Di fatto, sono cinque le agenti che si dividono i quattro turni di vigilanza nelle ventiquattro ore. Il conto è presto fatto.

«Diciamo che è andata male, ma che poteva andare molto peggio – dice Luigi Arras, coordinatore nazionale del Sinappe –. Se l’altro giorno la collega fosse stata ferita o sopraffatta, o se fosse accaduto l’irreparabile, l’allarme sarebbe scattato solo al momento del cambio turno». «Proprio per prevenire simili episodi – prosegue Arras il nostro sindacato aveva chiesto di chiudere per l’estate il reparto femminile della casa circondariale». Adesso sia Sinappe e Sappe chiedono con forza al provveditorato regionale della polizia penitenziaria di adottare provvedimenti. Prima che sia troppo tardi.

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