La Nuova Sardegna

Sassari

Truffavano le anziane, tre laziali condannati

Truffavano le anziane, tre laziali condannati

Il gruppo fermava vecchiette per strada e raccontava storie strappalacrime pur di appropriarsi dei loro risparmi. Ma la sentenza arriva a dieci anni dai fatti

19 gennaio 2013
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SASSARI. A una vecchietta spiegavano di voler regalare migliaia di euro in beneficenza a un reduce della Secondo conflitto mondiale. A un’altra anziana raccontavano di dover trovare un medico che in tempo di guerra aveva curato il padre di uno di loro. Ad altre attempate signore con qualche risparmio da parte, propinavano altre panzane pur di sfilare loro il piccolo tesoro, 4mila, 8mila, 20mila euro. Il lunghissimo processo per la “truffa alle vecchiette” di Sassari a opera di imputati laziali si è concluso ieri con tre condanne e una prescrizione.

Pena salata per la donna presente in tutti gli episodi descritti dalle persone offese, Romina Germani, di Velletri, 40 anni, alla quale il Tribunale ha inflitto 7 anni di reclusione per furto aggravato, contro i 10 chiesti dal pubblico ministero Elisa Loris. Non è chiaro se in quella pena il magistrato avesse incluso o meno il reato di associazione a delinquere contestato ai quattro, caduto in prescrizione. Perché i fatti attribuiti ai tre sono davvero remoti, basti pensare che Giovanni Battista Di Vozzo, Romina Germani e Antonino Maimone - gli imputati condannati ieri - furono arrestati il 13 luglio 2004. Contro di loro nessuna delle vecchine aggirate, una dozzina, si è costituita parte civile. Chissà quante, oggi, possono leggere della sentenza che rende loro giustizia. Il Tribunale - presidente Pietro Fanile, a latere Elena Meloni e Salvatore Marinaro - ha condannato anche i due complici, Di Vozzo e Maimone, che nel caso di sentenza definitiva, sancita in Cassazione, dovranno scontare 4 anni e 1 mese il primo, 4 anni e 9 mesi il secondo.

Per loro ora gli avvocati Michele Monaco e Giovanni Schinea possono ricorrere alla Corte d’Appello. Esce senza alcune conseguenze, invece, il quarto che era stato individuato come complice, ma la cui posizione era sempre rimasta defilata. Per Alessandro Granata, siciliano, assistito dall’avvocato Paolo Spano, i giudici hanno dichiarato la prescrizione, appunto, in merito all’unico reato del quale era accusato.

Il processo arrivato ieri al primo verdetto - seguiranno gli altri due gradi di giudizio - riguarda fatti risalenti al 2003. A Sassari si erano registrati tanti episodi simili, tutti con anziane fermate per strada da forestieri che raccontavano le storie più strane, spesso patetiche o strappalacrime, per far scucire loro i risparmi. In molte ci cascavano, grazie anche alla finta intermediazione di uno dei tre che giocava il ruolo dell’ignaro passante, magari un medico, e offriva una buona spalla alla regista del raggiro. (e.l.)

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