La Nuova Sardegna

Sassari

Il Wwf lancia l’allarme sulle biomasse

di Paoletta Farina
Il Wwf lancia l’allarme sulle biomasse

La sezione dell’associazione ambientalista si riorganizza e riprende le sue battaglie per l’ambiente

01 febbraio 2013
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SASSARI. C'è anche il progetto di chimica verde sotto la lente d’ingrandimento della risorta sezione sassarese del Wwf. Dopo un periodo di assenza, l'associazione che ha per simbolo il panda torna a far sentire la propria voce sui temi della conservazione e della protezione dell'ambiente nel territorio. Riorganizzata da un gruppo di soci storici guidati dalla presidente Wanda Casula, forte di un comitato scientifico che vede rappresentati esponenti del mondo accademico e culturale, la task force verde annuncia battaglia non solo sulle ancora irrisolte emergenze ambientali, ma anche sui problemi legati alla qualità della vita, alla valorizzazione della città, al rispetto della sua storia e del suo patrimonio artistico.

Non è quindi un caso, a questo proposito, che la neonata sezione territoriale si appresti ad aprire la sua sede nell'ex convento di San Pietro in Silki, nell'attuale istituto di riposo Regina Margherita. «L'abbiamo scelto come simbolo della nostra futura azione – affermano il presidente regionale Antonello Secci e Wanda Casula –. Il parco annesso, dove si trovano mirti secolari, è posto sotto sequestro giudiziario da tre anni in seguito alla morte di un suicida. Noi vogliamo che il parco sia restituito alla città e stiamo intraprendendo tutte gli interventi necessari per raggiungere questo obiettivo». Sia sul fronte legale, sia su quello della valorizzazione. «Innanzi tutto presenteremo una nuova istanza di dissequestro tramite il nostri ufficio legale – annuncia il presidente regionale Secci –. Inoltre siamo riusciti ad inserire il parco nel programma nazionale del Wwf per la valorizzazione dei siti storici, convinti come siamo che un patrimonio naturale, ricco di storia e di bellezza, diventato famoso anche all'estero grazie ai resoconti che ne fecero grandi viaggiatori dell'Ottocento come il Valery, debba poter ritornare fruibile a tutti». E fra le altre iniziative che l'associazione ambientalista ha in mente di proporre ci sono temi cittadini. «Sono troppi i punti sui quali ormai non si discute più – incalzano i rappresentanti del Wwf –. A cominciare da quella vergogna rappresentata dal terminal passeggeri di via Padre Zirano, proseguendo con i limiti vistosi in materia di verde pubblico e arredo urbano».

Questioni basilari per la qualità della vita di una città e per le quali occorre una nuova mobilitazione. Con il coinvolgimento delle altre associazioni ambientaliste «perchè servono sinergie tra di noi». E l’ulteriore obiettivo del Wwf è di raccogliere adesioni tra i giovani

Ma è anche sull'inquinamento del polo industriale di Porto Torres e alla sua riconversione che gli ambientalisti vogliono incidere.«Pensiamo ai guasti che negli anni ha prodotto la chimica, ai veleni sotterrati nella discarica di Minciaredda, e ora ai progetti in corso di chimica verde –ricordano Secci e Casula –. Ci chiediamo a che punto siano le bonifiche, l'unico intervento che può in parte riparare i danni del passato, e per le quali erano stati previsti 1500 milioni di euro. Ma allo stesso tempo saremo vigili sulle prospettive che si sono aperte con il polo verde». Un ambito industriale che presenta lati positivi assieme a tutta una serie di pericoli legati alla creazione della annunciata centrale a biomasse. «Infatti, è bene ricordare che anche il combustibile usato per queste strutture, al termine del ciclo produce forti emissioni di CO2 accompagnate da polveri sottili la cui diffusione territoriale può coprire un raggio di oltre 20 chilometri». Il Wwf avverte: sarà lotta a chi ferisce l’ambiente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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