La Nuova Sardegna

Sassari

Rivolta contro E.On: sciopero alla centrale, possibili black out

di Pinuccio Saba
Rivolta contro E.On: sciopero alla centrale, possibili black out

Gli operai di Fiume Santo protestano contro i licenziamenti. La Regione: «L’azienda deve rispettare gli impegni presi»

05 marzo 2013
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SASSARI. I primi a incrociare le braccia a Fiume Santo sono stati, ieri notte alle 23,30, i turnisti addetti al Gruppo 1 da 160 megawatt alimentato a olio combustibile ma nella tarda mattinata di oggi si potrebbero avere i primi contraccolpi sulla rete elettrica regionale. Alle 9, infatti, scatta lo sciopero degli addetti al Gruppo 3 da 320 megawatt ai quali si aggiungeranno a partire dalle 11,20 i giornalieri e dalle 11 il personale addetto alla movimentazione del combustibile. Uno sciopero che stavolta potrebbe avere ripercussioni sulla tenuta della rete: la Commissione di garanzia sugli scioperi ha ritenuto come sempre “legittima” la protesta indetta dalle organizzazioni sindacali ma la prefettura (a differenza delle precedenti azioni di lotta) non ha accennato a provvedimenti di precettezione.

Lo sciopero di oggi, che proseguirà con le stesse modalità per i gruppi 2 e 4, è la risposta delle organizzazioni sindacali (Filctem, Flaei e Uilcem) ai licenziamenti annunciati da E.On: 60 entro quest’anno, altrettanti entro la fine del 2014. Un dimezzamento degli organici che va ad aggiungersi ai licenziamenti nel settore delle manutenzioni affidato alle imprese di appalto.

Ma oltre alla mobilitazione dei lavoratori, che oggi dovrebbero manifestare davanti ai cancelli della termocentrale, si muovono anche le istituzioni del territorio. A partire dal Comune di Porto Torres: per questa mattina è stata infatti convocata una seduta straordinaria del consiglio comunale che servirà non solo a manifestare la solidarietà ai lavoratori in lotta ma anche a ribadire la netta contrarietà della città di Porto Torres agli annunciati licenziamenti e alla mancata realizzazione del quinto gruppo di produzione, che grazie a un investimento da 700 milioni di euro avrebbe impiegato un migliaio di persone per cinque anni.

Ma sulla vicenda si fa sentire anche la Regione. «Considereremo inaccettabile qualsiasi vostra decisione che non preveda la costruzione della nuova unità. Non intendiamo rinunciare né alla difesa dell’ambiente, né all’opportunità di occupare mille lavoratori nei cinque anni necessari per la realizzazione dell’opera – ha scritto il presidente della Regione Ugo Cappellacci in una nella lettera inviata ai vertici di E.On –. Avreste già dovuto avviare i lavori per la costruzione di una nuova unità termoelettrica in sostituzione dei due gruppi esistenti a olio combustibile, ma, mentre si avvia a scadenza la proroga da voi richiesta, per l’autorizzazione alla costruzione della nuova unità, dobbiamo costatare una perdurante situazione d’incertezza che si accompagna a un evidente affievolirsi del vostro impegno per la realizzazione degli investimenti indispensabili ad assicurare i miglioramenti ambientali attesi e un futuro adeguato alla centrale. Appaiono incomprensibili – ha sottolineato il presidente – le notizie di una vostra indisponibilità a valutare soluzioni alternative al vostro impegno diretto». «Richiamiamo l’azienda agli impegni assunti con i lavoratori, le istituzioni e il territorio – ha aggiunto l’assessore all’Industria Alessandra Zedda –. Eon deve rispettare gli impegni o si assumerà le conseguenze del suo inadempimento. Non siamo disposti a concedere altro tempo. La Sardegna non può più aspettare».

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