La Nuova Sardegna

Sassari

In marcia per vedere l’ecomostro

di Mario Bonu
In marcia per vedere l’ecomostro

Si è svolta ieri la passeggiata organizzata dal comitato di Cossoine per il “no” alla megacentrale termodinamica

12 marzo 2013
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COSSOINE. Neppure la pioggia è riuscita a fermare la passeggiata ecologica contro la centrale termodinamica di Su Padru. Un manipolo di intrepidi – non meno di una quarantina di persone – ha rispettato l’appuntamento a Santa Maria Iscalas, e di qui si è avviato verso Monte Traessu e la zona di Burrai. E anche se stavolta è difficile dire che gli assenti avessero torto – viste le condizioni meteo – di sicuro i presenti hanno avuto ragione. Perché davanti ai loro occhi si sono aperti scenari da favola, angoli di natura di una verginità commovente – la zona è cantiere di forestazione da decenni ed è stata aperta appositamente in quest’occasione a seguito della domanda del comitato per il no al termodinamico – una sconfinata distesa di querce; un intricato sottobosco di cisti, corbezzoli, lentischi, eriche, agrifogli; distese di rocce coperte di muschi, licheni, endemismi dei colori più variopinti. Fino ad arrivare a vedere dall’alto il “mostro”. Perché l’obiettivo della passeggiata, oltre alla scoperta di Monte Traessu, era quello di far vedere ai partecipanti cosa è diventata la piana di Giave grazie alla “green economy”. Una distesa spaventosa – ed è, con i suoi 45 ettari, solamente poco più di un quarto di quello che minaccia la piana di Cossoine, che di ettari, invece, ne coprirebbe 160 – di specchi.

Uno dei tanti miraggi dell’energia pulita che avrebbe dovuto creare non si sa quante decine di posti di lavoro, e che invece è servita solamente a consumare decine di ettari di ottimo terreno agricolo. Con quella visione, che è servita a rinforzare l’opposizione all’impianto, il gruppo è tornato verso le auto, sotto una pioggia che è diventata via via più fitta e insistente. La giornata, comunque, è andata avanti con un raduno al salone parrocchiale, dove i partecipanti hanno condiviso il pranzo al sacco. E dove sono state messe a punto le strategie in vista del referendum di domenica 17.

È stato deciso che - pur non avendo voluto il referendum in quanto le 469 firme raccolte erano ritenute prova più che certa della volontà popolare - il comitato si impegnerà a fondo per invitare la gente a recarsi a votare per esprimere il proprio “no”. «Solo in questo modo – è stato detto – si darà un segnale definitivo sulla volontà del paese di rifiutare quell’”ecomostro”, e si potrà avere finalmente a fianco l’amministrazione comunale che, al di là delle titubanze finora manifestate, può svolgere un ruolo fondamentale nella comune battaglia contro la centrale». Così, a partire da ieri i membri del comitato hanno ripreso a girare per il paese di casa in casa, per consegnare un volantino e per spiegare le ragioni del “no”. Infine, per venerdì 15, ultimo giorno utile prima della pausa di riflessione, il comitato ha organizzato un “incontro di popolo”, dove i cossoinesi motiveranno ancora una volta il loro “no”.

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