La Nuova Sardegna

Sassari

«Imparate la fatica», il consiglio di Fois agli studenti sassaresi

di Gabriella Grimaldi
«Imparate la fatica», il consiglio di Fois agli studenti sassaresi

L’autore nuorese protagonista di un incontro sulla lettura L’evento si è svolto ieri alla Nuova per il “Maggio dei libri”

22 maggio 2013
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SASSARI. «La scuola deve pretendere fatica. E voi studenti dovete imparare il suo grande valore. Solo così potrete essere pronti ad affrontare il mondo». Si è concluso con questo consiglio l’affollato incontro di ieri nella sala conferenze della Nuova Sardegna tra lo scrittore nuorese Marcello Fois e gli allievi dei licei classico Azuni e scientifico Marconi e dell’Istituto commerciale Dessì Lamarmora. L’evento era programmato nell’ambito del “Maggio dei libri” organizzato dal Centro per il libro del ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori.

La chiacchierata sul rapporto tra i giovani e la lettura era cominciata proprio con una domanda provocatoria dell’autore di “Ferro recente” e “Sempre caro” sull’opera che i ragazzi ritenevano più “mattone” in assoluto. “I promessi sposi”, è stata la risposta in coro, già pubblicata nella pagina scritta dagli allivei dell’Azuni e uscita ieri sulle pagine della cronaca di Sassari.

«Senza alcuna presunzione – ha detto lo scrittore – vorrei spendere due parole per dire che invece sono una grande, appassionante storia. Pensate solo a come comincia il racconto, con i bravi che dicono a don Abbondio che cosa deve fare, senza giri di parole, in maniera diretta, con un tipico messaggio mafioso che non ammette repliche. E don Abbondio, che è un prete, quindi il rappresentante di un'istituzione forte e di un grande prestigio morale, che cosa fa? Si adegua subito, per viltà, per paura. Ecco, il romanzo, scritto molto prima che l'Italia diventasse un'entità statale, dice del nostro carattere nazionale, della nostra fondamentale viltà, e lo fa in apertura, nelle prime righe. Manzoni aveva un'idea precisa dell'Italia, delle correnti di fondo, antropologiche e culturali, che alimentano la nostra storia. Solo per questo il suo libro andrebbe letto. Ma poi i “Promessi sposi” sono anche e soprattutto una storia fantastica. Come “Beautiful”. Una storia di sangue e di carne, altro che noia. È una vicenda d'amore impossibile tra due ragazzi, ragazzi della vostra età. Renzo vorrebbe Lucia ma lei non gliela dà. Poi Lucia viene rapita, come Elena nell'Iliade. E noi leggiamo sino alla fine per sapere come sfuggirà ai malvagi, e come finirà tra lei e Renzo».

I ragazzi tuttavia hanno argomentato la loro fatica di leggere descrizioni infinite, di reggere un linguaggio così diverso. C’è l’impossibilità di adeguarsi a certe lentezze e l’hanno sottolineato anche i professori dicendo che non è un problema di scuole più o meno indirizzate alle materie umanistiche ma semmai di una generazione i cui pensieri vanno troppo veloci. Magari tra di loro ci sono grandi lettori, come la ragazza che ha dichiarato di leggere i classici inglesi in lingua originale ma altri hanno lamentato la scarsa capacità degli autori contemporanei di descrivere il mondo con ironia e distacco. Dalla passione per la lettura alla qualità della scuola che dovrebbe promuovere la lettura il passo è stato brevissimo, compiuto sulla spinta della riflessione di una studentessa sulla contraddizione tra cultura organica e nozionismo proposti dai nuovi modelli di istruzione. Marcello Fois ha risposto ponendo l’accento sulla necessità che la scuola insegni il valore dei classici: «Le storie di valore sono universali e sono sempre le stesse, a cambiare è semplicemente il modo di raccontarle». E alla fine ancora la raccomandazione ai ragazzi di essere consapevoli delle loro scelte: «Esercitatevi a fare cose che non vi piacciono. Un allenamento che vi servirà moltissimo nella vita».

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