La Nuova Sardegna

Sassari

In piazza per chiedere gli stipendi

di Paoletta Farina
In piazza per chiedere gli stipendi

Protestano i lavoratori di Policlinico sassarese, Gena e Sgb: siamo stanchi dei ritardi , Asl e Regione risolvano i problemi

07 giugno 2013
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SASSARI. Si sono ritrovati sotto il palazzo della Provincia, in piazza d’Italia, bandiere al vento e striscioni che raccontavano tutta la loro rabbia. Assemblea pubblica dei lavoratori del Policlinico sassarese, della Gesù Nazareno e della Fondazione San Giovanni Battista, ieri mattina, convocata dai rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Fialz. Che hanno voluto ancora una volta attirare l’attenzione della politica su un problema che, per i quasi 500 dipendenti della sanità convenzionata della Provincia, da tre anni si ripete e resta inspiegabilmente irrisolto: gli stipendi arrivano in ritardo, adesso sono due mesi che gli operatori non vedono una lira, senza contare gli arretrati contrattuali, in media cinque, seimila euro per ciascuno, che non appaiono all’orizzonte. «Colpa di Asl e Regione, che si rimpallano le responsabilità. E noi in mezzo, a chiederci fino a quando potremo andare avanti così». Questione di finanziamenti da trasferire per fare fronte alle esigenze di cassa delle strutture in convenzione. La Regione eroga le quote a otto mesi, è vero che l’Azienda sanitaria adesso sta pagando le fatture per le spese ai fornitori massimo in quaranta giorni, ma questo non basta a far quadrare i conti e Gena, Sgb e Policlinico si trovano sempre sull’orlo del collasso. Figli di un dio minore, case di cura e istituti di assistenza per i disabili assicurano però un servizio indispensabile.

«Siamo stanchi, adesso basta: abbiamo anche noi il diritto a una paga puntuale», ripetevano i lavoratori. Perché ci sono il mutuo e le bollette che non aspettano, perchè senza stipendio non si può essere in regola con l’affitto e c’è chi ha già ricevuto lo sfratto. Perchè se marito e moglie, e sono tanti i casi, lavorano per la stessa azienda, non riescono a campare più la famiglia. Paolo Ruiu, delegato Cisl alla Gena, ha parlato di una situazione umiliante e scandalosa: «Coppie cinquantenni devono chiedere ancora aiuto ai genitori per sopravvivere». E Armando Ruzzetto e Pietro Ara della Cisl Fp, hanno rincarato: «Ma nonostante le difficoltà, si deve al senso di responsabilità e abnegazione dei lavoratori, se le strutture continuano a funzionare e garantire l’assistenza».

A portare la solidarietà ai manifestanti ieri c’era anche il vicepresidente del consiglio regionale Mario Bruno. «Un intervento della Regione non è più procrastinabile – ha detto il consigliere del Pd –. L’assessore alla Sanità Simona De Francisci forse dimentica che poco tempo fa, in risposta a un mio emendamento sulla legge finanziaria regionale, garantì l’anticipo delle quote spettanti alle strutture convenzionate. E invece non è successo niente».

Mentre era in atto la protesta, in Provincia si svolgeva la seduta della commmissione «sanità», che aveva convocato i sindacati per esaminare a tutto campo i problemi dell’assistenza. I lavoratori delle convenzionate ne hanno approfittato per esporre il loro caso anche ai consiglieri provinciali. Il presidente Mario Pala ha assicurato che la commissione farà quanto è in suo potere per risolvere l’emergenza che stanno vivendo. «Invieremo una lettera di sollecito al direttore generale dell’Asl Giannico e all’assessore regionale De Francisci e intanto vi invitiamo a partecipare alla prossima riunione del consiglio, con all’ordine del giorno il futuro delle Province, e alla quale parteciperanno anche i rappresentanti eletti nel territorio».

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