La Nuova Sardegna

Sassari

Alla Ciogghitta d’oro gare di lumachine e rime in sassarese

di Daria Pinna

Il 6 agosto la sesta edizione della sfida di “succiaddura” Da quest’anno parte il Gremio Award per poeti turritani

02 agosto 2013
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SASSARI. I concorrenti della sesta edizione della “Ciogghitta d’Oro” si preparano a una nuova sfida di “succiaddura di ciogga minudda”, la gara di velocità che premia chi, in pochi minuti, riesce a ciucciare il maggior numero di lumachine. L’appuntamento, che ogni anno attrae migliaia di curiosi e turisti, è per martedì 6 agosto in piazza Santa Caterina. «Mi ero stufato di sentire la gente bisticciare per la ciogghita - dice Lillo Carboni - si cucina così, no, si fa in quest’altro modo. Oppure: si mangiano così, no, la tecnica è un’altra. Mi sono detto: vabbè, vediamo una volta per tutte chi ha ragione. Vediamo chi è il più bravo». E si sa che, quando un’idea è originale, è destinata a proseguire e a ripetersi negli anni. Sempre meglio e con piccoli tasselli di originalità che la contraddistinguono. Non a caso è stato istituito il premio “Gremio Award”, gara di traduzione simultanea dall’italiano al sassarese che una giuria di esperti giudicherà tenendo conto della grammatica, della pronuncia e dell’espressività del “sassarese doc”. Nel cuore pulsante della città, su un vero e proprio ring e davanti al pubblico delle grandi occasioni, l’obbiettivo sarà solo uno: conquistare il titolo e “soffiare” la cintura all’inossidabile coppia del “Bar Sala Giochi Las Vegas”, trionfatrice per ben tre edizioni consecutive. Oltre alla gloria, agli applausi e una dose smisurata di risate, l’associazione culturale Abbì metterà in palio gioielli, guarda caso una coppia di lumachine d’oro (per i vincitori) e due di argento per i secondi e i terzi classificati, realizzate dall’orafo Roberto Fanari. La serata, presentata da Daniele Coni e Laura Calvia, potrà contare sulla musica made in Sassari della Dino Nurra Band e dalla presenza di due ospiti d’eccezione: Antonello Corraduzza e Enzo Ruggiu. Sarebbe ingiusto e riduttivo associare le lumache a un momento esclusivamente goliardico: proprio per questo motivo il direttore dell’Archivio Storico del Comune di Sassari, Paolo Cau, ha tenuto una breve relazione sul sistema alimentare popolare sassarese che, guardate un po’, vede la “ciogghitta” protagonista indiscussa sulle tavole nostrane all’inizio del 1900. «In una realtà di strutturale povertà come quella di inizio ‘900- spiega Cau - la lumaca aveva un’importanza strategica anche sotto il profilo del sostentamento economico, costituendo l’unica fonte di reddito per chi faceva della sua raccolta un vero e proprio mestiere». Interessanti anche i contributi dell’archeologa Daniela Rovina, direttore della soprintendenza archeologica delle province di Sassari e Nuoro, di Pinuccia Franca Simbula, medievista dell'Università di Sassari e dell'archeozoologa Barbara Wilkens con l’intervento sui dati degli scavi condotti negli ultimi dieci anni in città, con particolare riferimento ai molluschi terrestri. I pozzi medioevali ritrovati sotto la pelle della città hanno custodito per secoli, assieme alle solite anfore, anche i gusci delle lumache sapientemente “ciucciate” dai nostri avi. Solo che dal 1400 in avanti, nei testi di storia e nelle pagine di Enrico Costa, non esiste traccia di una gara di “ciogga minudda”.

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