La Nuova Sardegna

Sassari

Guerra delle campane, a Ittiri scoppia un caso

di Vincenzo Masia
Guerra delle campane, a Ittiri scoppia un caso

Il suono era troppo rumoroso e il parroco lo ha ridotto su richiesta del sindaco Ma il consigliere Zara protesta. Orani: paladino di una battaglia strumentale

31 agosto 2013
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ITTIRI. Gli scontri che, negli anni Sessanta, un'intera generazione ha visto rappresentati nelle sale cinematografiche di tutta Italia, tra i mitici Don Camillo e Peppone, ll primo parroco di una cittadina della Romagna comunista, il secondo sindaco piuttosto allergico alla pratica religiosa, a Ittiri sembra si stiano riproponendo ma, con ruoli parzialmente invertiti. Infatti, se Don Camillo si opponeva, a muso duro, tra il serio e il faceto, alle pretese del sindaco comunista, in paese il ruolo del parroco sfuma per far posto al consigliere comunale di minoranza Giacomo Zara.

Che, con una interrogazione al primo cittadino Tonino Orani, datata 29 agosto 2013, chiede di conoscere i motivi all'origine dell'abbassamento del volume delle campane della chiesa di San Pietro in Vincoli. Zara sostiene, nella sua lettera, di rendersi portavoce di molti parrocchiani che hanno accolto con disappunto la riduzione del suono di quelle campane che, da sempre, hanno scandito la vita della comunità ittirese, sia nelle emergenze (campanas sonende a fogu) che per annunciare, con le diverse tonalità riconosciute dalla popolazione, eventi lieti e luttuosi quali la Pasqua di Resurrezione e la morte dei compaesani.

Nella sua lettera Zara chiede, a nome di numerosi cittadini, di conoscere le ragioni che lo hanno indotto ad intervenire presso il parroco e di intervenire per il ripristino del volume delle campane. La risposta di Orani non si fa attendere, tanto che, il giorno successivo, replica all'interrogante con una nota piuttosto frizzante ma, sostanzialmente “al passo con i tempi”, ricca di riferimenti su quanto avviene nella nostra società. «Accade – si legge nella risposta di Orani – che in questa Italia dove sono in discussione i fondamenti del vivere civile; in questa Sardegna amministrata da un governo regionale incapace; in questa nostra cittadina dove il Comune è chiamato a dare risposte a molte famiglie sull'orlo del baratro..... accade anche che alcuni cittadini si lamentano dell'eccessivo volume delle campane e che il sindaco telefoni al parroco il quale, avendo valutata accoglibile la richiesta, lo comunica, durante le messe, ai suoi parrocchiani». Ritiene, Orani, che questo suo comportamento non sia passibile di censura alcuna, non solo ma, nell'elencazione degli accadimenti rileva l'inevitabile scontento di una parte della popolazione aggiungendo che questo consigliere comunale cavalca «un qualsiasi alito di malumore» e sarebbe ispirato da chissà chi «decidendo – prosegue la risposta del sindaco a Zara – di farsi paladino di questa battaglia inventata strumentalmente, per farne un caso politico».

Il primo cittadino conclude la sua risposta collocando la segnalazione di Zara in un panorama nazionale dove «si discute se un condannato in modo definitivo possa o no sedere in parlamento... ci sta anche questo».

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