La Nuova Sardegna

Sassari

Ragazza entra in tribunale con un proiettile nella borsa

di Luca Fiori
Ragazza entra in tribunale con un proiettile nella borsa

Sassari, la 20enne è stata bloccata all’ingresso del palazzo di giustizia grazie ai nuovi sistemi di sicurezza ed è stata denunciata. Da luglio a settembre requisiti cento coltelli

25 settembre 2013
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SASSARI. Mai frugare nella borsetta di una signora, potreste trovarci dentro di tutto. Compresi coltelli a serramanico di ogni dimensione e proiettili inesplosi. E’ successo ieri mattina - per l’ennesima volta - all’ingresso del tribunale, quando la “radiografia” alla borsetta di una ventenne sassarese ha fatto scattare il sistema d’allarme. La giovane, in compagnia della madre, si è presentata ai controlli di sicurezza con un proiettile calibro 7,65 nella borsetta e quando gli agenti della vigilanza hanno capito dai monitor che non si trattava di un lucida labbra hanno chiamato gli uomini della polizia giudiziaria e per lei è scattata una denuncia per detenzione abusiva di armi. Le lacrime non sono servite a impietosire gli agenti della Procura, ai quali non ha però voluto rivelare la provenienza del proiettile. La pallottola è stata sequestrata e il fascicolo con la denuncia è finito sul tavolo del sostituto procuratore Paolo Piras. Pochi minuti prima sullo stesso tavolo al terzo piano del palazzo di giustizia era stata protocollata una denuncia simile, nei confronti di un cittadino bloccato - sempre ieri mattina - con un coltello a serramanico in tasca mentre cercava di entrare in tribunale. In barba al bon ton, che richiederebbe discrezione per il contenuto delle pochette delle signore, dal primo luglio di quest’anno il palazzo di giustizia si è dato un regolamento già stato adottato da tempo in altri tribunali. Per accedere alle aule di via Roma, da poco meno di tre mesi, le persone devono sottoporsi a un controllo identico a quello previsto negli aeroporti prima di imbarcarsi su un aereo. Ieri il caso clamoroso del proiettile nella borsetta di una ventenne, ma dal primo luglio a oggi sono stati più di cento i coltelli di tutte le dimensioni individuati e sequestrati dagli agenti della Coopservice, la società di vigilanza che presta servizio all’ingresso del palazzo di giustizia. In buon parte dei casi ad andarsene in giro per la città con una lama in tasca sono donne. E molte in età avanzata. «E’ un coltellino che utilizzo per sbucciarmi la mela», è stata la risposta di molte. Quando scatta l’allarme e il monitor individua un oggetto pericoloso la procedura è sempre la stessa: una telefonata in Procura, e dal terzo piano arrivano gli ufficiali di polizia giudiziaria autorizzati a completare la perquisizione e a mettere nero su bianco la denuncia. Da fine giugno, i cartelli e una circolare del procuratore capo Roberto Saieva, affissi all’ingresso del tribunale, avvisano i cittadini che “armi, oggetti idonei a offendere o a creare danno a cose e persone” non sono graditi a palazzo di giustizia così come materiali “esplodenti” “infiammabili” e “corrosivi”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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