La Nuova Sardegna

Sassari

Cloriti: l’acqua non si può utilizzare

di Gavino Masia
Cloriti: l’acqua non si può utilizzare

Nuova ordinanza del sindaco e diffida ad Abbanoa: divieto per usi alimentari. E intanto arrivano bollette da capogiro

22 ottobre 2013
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PORTO TORRES. Mai un bene pubblico come l’acqua, quella “targata” Abbanoa” per intenderci, ha creato così tanti problemi alla città dei pozzi. Il sindaco Beniamino Scarpa ha firmato ieri l’ennesima ordinanza in seguito alla nota inviata dal Dipartimento prevenzione e alimenti dell’azienda sanitaria locale di Sassari, che limita l’uso dell’acqua destinata al consumo umano. Questo perché l’Asl ha rilevato la non conformità del parametro “cloriti”, sottoprodotti dalla fase di trattamento di disinfezione delle acque. «In tutta la città è fatto divieto di utilizzo alimentare dell’acqua erogata quale bevanda e per la preparazione degli alimenti – si legge nell’ordinanza –: può essere utilizzata per il lavaggio della frutta e della verdura e per tutti gli usi igienici, compresa l’igiene personale». All’ente gestore Abbanoa si ordina invece di effettuare tutti i controlli interni previsti dal decreto legislativo 31/2001, comunicando poi al sindaco e all’Asl le cause di non conformità e i provvedimenti che si intendono adottare al fine di fornire acqua con i requisiti richiesti dalla normativa. E soprattutto i tempi previsti per il rientro nei limiti del parametro non conforme, e gli esiti favorevoli dei controlli interni. I disservizi di Abbanoa sono purtroppo una costante negativa per i residenti, diventata insostenibile per le proteste che provengono dai diversi rioni. Talvolta l’acqua che sgorga dai rubinetti cade a goccia, impedendo l’uso alle famiglie, oppure scende copiosa assumendo la colorazione marrone scuro e una puzza insopportabile. In questi giorni oltre al danno è arrivata anche la beffa, con bollette salatissime che appaiono come una vera e propria presa in giro nei confronti dei contribuenti. L’ultima in ordine di tempo è stata recapitata ad un utente commerciale del centro, recante la cifra di circa 8 mila e 300 euro, e pure questa volta il commerciante aveva sollecitato le bollette senza mai avere alcuna risposta dal gestore unico dell’acqua. «Nel 2009 e nel 2010 ho chiesto ripetutamente ad Abbanoa le bollette di pagamento – ricorda l’esercente –, senza risposta, poi ci ho riprovato con una lettera il 22 aprile del 2011 e anche quella volta silenzio assoluto da parte dell’ente regionale». Dopo aver pagato alcuni acconti, come da bolletta, l’amara sorpresa di questi giorni che a quanto pare sta coinvolgendo diverse persone. Scarpa ha più volte diffidato Abbanoa a effettuare tutti i controlli interni previsti dal decreto, ossia un passaggio obbligato per rassicurare poi i cittadini sul ripristino di un bene primario. La comunità sta vivendo una crisi economica senza precedenti, sopportando con estrema dignità questi disservizi, e da qualche anno è pure costretta all’acquisto supplementare di acqua da supermarket e discount per i pasti e l’igiene personale. Una situazione di estremo disagio che merita un intervento deciso ed energico, che vada oltre alla solita mozione consiliare che sinora non ha sortito effetti sperati.

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