Non ci fu truffa, prosciolti i fratelli Calvia
di Nadia Cossu
MORES. Prosciolti dall’accusa di truffa in pubbliche relazioni perché il fatto non sussiste. La decisione del giudice Carla Altieri nei confronti dei fratelli Pietro, Sergio e Marco Calvia e dell’agro...
30 ottobre 2013
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MORES. Prosciolti dall’accusa di truffa in pubbliche relazioni perché il fatto non sussiste. La decisione del giudice Carla Altieri nei confronti dei fratelli Pietro, Sergio e Marco Calvia e dell’agronomo Francesco Manconi è arrivata ieri mattina. L’inchiesta ruotava attorno alle due società riconducibili ai Calvia: Ager e Commedil. La prima aveva chiesto e ottenuto fondi pubblici, la seconda – così sosteneva la Procura – sarebbe invece stata utilizzata per una presunta "intermediazione fittizia" con ditte fornitrici «solo per garantire l'emissione delle fatture».
«Oggi il giudice – ha detto con soddisfazione Sebastiano Chironi, difensore dei Calvia insieme a Giuseppe Masala mentre Manconi è difeso dall’avvocato Pietro Diaz – ha riconosciuto che i lavori di ristrutturazione della "storica" azienda agricola di Mores sono stati totalmente realizzati secondo il progetto e rispettando i prezzi del capitolato». Escluse, quindi, quelle "false fatturazioni" che l'accusa poneva a base della propria tesi e che ipotizzavano o che le opere finanziate risultassero "inesistenti" o che non fossero riconducibili al progetto finanziato. «Abbiamo fornito al gup una serie di dati documentali (tra gli altri tre perizie sulla esistenza e il valore delle opere) che contrapposti ai dati presuntivi degli inquirenti hanno portato il giudice a pronunciarsi per il proscioglimento degli indagati».
Oggi l’azienda agricola dei Calvia è un’impresa modello del territorio e le facoltà di Agraria e Veterinaria la utilizzano per stage con gli studenti.
