La Nuova Sardegna

Sassari

Nulvi, rubata la vasca del pozzo sacro

di Mauro Tedde
Nulvi, rubata la vasca del pozzo sacro

Sdegno in paese: dal sito archeologico di Nuraghe Irru sparisce uno dei pezzi più significativi della fonte

02 novembre 2013
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NULVI. Prima o poi doveva accadere visto lo stato di abbandono in cui versa – anche dal punto di vista della tutela – il pozzo sacro di Nuraghe Irru, nelle campagne di Nulvi, una delle emergenze archeologiche più importanti dell’intera Anglona. Dallo stupendo sito di età nuragica è scomparso infatti, non si sa da quanto tempo, uno dei pezzi più significativi della fonte sacra: la vasca di raccolta. Si tratta di un grosso concio lavorato di pietra calcarea che raccoglieva l’acqua che fuoriusciva (e che ancora fuoriesce) dal pozzo nuragico. La sua scomparsa è un vero e proprio mistero.

Ad accorgersi che non c’era più è stata una delle guide della cooperativa Nugulbi impegnata nei giorni scorsi ad accompagnare alcuni visitatori tra le bellezze del sito. Per l’occasione, infatti, l’ufficio tecnico del Comune aveva fatto ripulire dalle erbacce l’intera area. Anche se di dimensioni ridotte infatti la vasca era ricavata da un unico concio calcareo piuttosto pesante per cui chi l’ha portata via non lo ha fatto senza difficoltà ed è riuscito nell’intento utilizzando un mezzo idoneo. La vasca di raccolta, che viene indicata anche nel pannello illustrativo del sito di Nuraghe Irru installato a poca distanza dal manufatto dalla Soprintendenza ai beni archeologici, era stata posizionata nel punto in cui probabilmente era stata collocata dai suoi costruttori e cioè nella parte terminale del vestibolo, a ridosso della facciata anteriore, costruita in conci squadrati e bugnati all’esterno. Da qui l’acqua, insinuandosi lungo una piccola canalizzazione che attraversa tutto il vestibolo, cade all’interno della vasca. Un punto molto fangoso tanto che si era anche ipotizzato che la vasca, appoggiata alla parete del tempio, potesse essere sprofondata. Ma un verifica fatta dagli addetti del Comune ha smentito questa ipotesi.

Il pozzo sacro, seppure circondato da una recinzione, è facilmente “visitabile” grazie ad alcuni varchi nella rete, tanto che a visitarla spesso sono anche le pecore dei pascoli vicini che contribuiscono a sporcarla, dando man forte ai volatili che trovano rifugio e nidificano all’interno della grande copertura lignea che dovrebbe proteggere il tempio dagli agenti atmosferici.

Ora si teme che anche altre preziose pietre lavorate dai nuragici tra il X e il VII secolo a.C. e disseminate intorno alla fonte sacra possano essere trafugate. Come quella che sembra essere il timpano della copertura originaria dell’edificio nuragico o i conci di calcare squadrati a “coda di rondine” e impreziositi da un motivo a bugne di cui il sito è ricchissimo. Si teme che l’antica vasca di raccolta possa essere finita in un bel giardino con il prato inglese, magari per raccogliere una piccola collezione di cactus.

Il Comune di Nulvi, informato della cosa, ha formalizzato una denuncia alle autorità competenti. Ora partiranno le indagini e la speranza è che quanto prima la vasca di raccolta rubata torni al suo posto e ridia lustro allo splendido pozzo sacro.

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