La Nuova Sardegna

Sassari

l’iniziativa

I docenti dietro i banchi per battere l’omofobia

di Giovanni Bua

SASSARI. Due giorni per imparare a vivere la differenza. Imparare a riconoscerla, a promuoverla. E poi insegnare ad accettarsi e ad accettare. Questo il cuore dell’iniziativa messa in campo dal...

23 novembre 2013
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SASSARI. Due giorni per imparare a vivere la differenza. Imparare a riconoscerla, a promuoverla. E poi insegnare ad accettarsi e ad accettare. Questo il cuore dell’iniziativa messa in campo dal Movimento omosessuale sardo insieme all’Agedo (l’associazione genitori, parenti e amici di omosessuali) e alla Flc Cgil, che hanno presentato ieri il seminario dedicato ai docenti delle scuole della provincia di sensibilizzazione e formazione sulla cultura del rispetto e delle diversità. Due giorni di lavoro orientati alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di violenza e discriminazione sulla base dell’identità sessuale, da portare avanti grazie a una serie di informazioni operative e strumenti educativi e didattici che i formatori delle associazioni coinvolte metteranno a disposizione dei docenti per permettere loro di affrontare al meglio le tanto delicate quanto poco praticate tematiche legate all’identità sessuale. Un vero tabù per la scuola italiana «naturalmente omofobica – sottolinea Maria Paola Curreli, ex dirigente scolastica del Canopoleno e membro dell’Agedo e della Flc Cigil – costruita su una eteronormativa che di fatto esclude in partenza almeno il dieci per cento dei ragazzi che dentro essa vivono e crescono».

Questo uno dei tanti aspetti che verranno affrontati nella due giorni di lavoro, il pomeriggio del 26 e del 28 novembre nella Sala del Centenario di largo Budapest. Con le attività riservate a 40 docenti scelti tra quanti hanno spedito (o spediranno) il modulo di adesione a sassari@flc.it. «Non è il primo corso di questo genere – sottolinea Massimo Mele, esponente storico del Mos e counselor e operatore di Telefono Amico – ma è il primo di una lunga serie che abbiamo deciso di dedicare alla lotta all’omo-trans fobia nelle scuole e al bullismo. Fenomeni in aumento per l’aumentata visibilità delle persone omosessuali. Ma purtroppo al tanto parlare sui media o nelle istituzioni di omosessualità spesso non segue nulla di concreto. Soprattutto nelle scuole, che non hanno soldi per nulla. E che invece sono l’avamposto per insegnare a passare dalla cultura della tolleranza, che comunque presuppone il pregiudizio, a quella del rispetto e della differenza. Noi da anni andiamo nelle scuole. Prima ci chiamavano gli studenti, ora i docenti. Lo facciamo gratis, da volontari, con i limiti che questo comporta. Ma siamo pronti ad allargare il nostro impegno».

Un aiuto per questo potrebbe arrivare da Provincia e Comune, presenti ieri con gli assessori alla pubblica istruzione Rosario Musumeci e Alessio Marras: «La scuola è il luogo dove le modifiche profonde possono iniziare – spiega Musumeci – il luogo dei rapporti quotidiani, della crescita, dell’interazione, della consapevolezza». «Da qui si parte – sottolinea Marras – e speriamo di poter contribuire al lavoro e alla meritoria fatica delle associazioni coinvolte. Per permettergli di allargare alle famiglie questo lavoro di formazione».

«La formazione è tutto – chiude il segretario provinciale della Flc Cgil Luigi Canalis – in ogni ambito. E noi in questo investiamo e investiremo tutte le nostre energie. La battaglia che combattiamo è inoltre quanto mai attuale. In momenti come questo di crisi enorme storicamente al discriminazione si acuisce. E nel diverso si cerca il colpevole. La scuola è chiamata a arginare questo, ma spesso non siamo pronti. Lavorare sui docenti è quindi il primo decisivo passo».

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