La Nuova Sardegna

Sassari

Consumo del territorio: la nota dolente del Puc

di Luigi Soriga
Consumo del territorio: la nota dolente del Puc

I tecnici regionali fanno le pulci sulle nuove edificazioni in agro e nelle borgate Non convince il progetto del Policlinico e il nuovo cimitero risulta inedificabile

28 novembre 2013
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SASSARI. Le sottolineature al Puc da parte del Comitato tecnico sono ben altra cosa rispetto alla demolizione degli assi portati del Piano avvenuta nel 2008. Questa volta si tratta perlopiù di richieste di adeguamenti normativi o richieste di spiegazioni nell’applicazione di dettami urbanistici.

Insomma, una serie di rilievi per nulla insormontabili che l’amministrazione, per scelta politica, deciderà di assecondare nel più breve tempo possibile.

In ogni modo pur non intaccando le linee guida e l’assetto del Puc, le correzioni suggerite sono molto numerose (per la maggior parte di natura squisitamente tecnica) e investono diversi ambiti. Vediamone alcuni.

Consumo del suolo. Una delle raccomandazioni del Piano paesaggistico regionale è quella di consumare il meno territorio possibile. Perciò, in caso di nuove costruzioni, il progettista dovrebbe prevedere la riqualificazione dell’esistente e un criterio di ricucitura urbana. Il Puc di Sassari in linea teorica si piega a questo vangelo, ma sulla pratica qualcosa non convince i tecnici regionali. E infatti uno dei primi questiti è questo: «Motivare come sono stati determinati i 400mila metri cubi previsti nel dimensionamento del Piano e utili per il processo di riqualificazione ambientale». Della serie: è possibile conciliare tanto cemento con il miglioramento del territorio?

Poi si entra nel dettaglio. L’esempio è la questione delle zone C3b, ovvero le nuove aree di espansione residenziali create per il completamento delle periferie e delle borgate. Il Ctru chiede al Comune di «riclassificare queste aree C3b, qualora non sia possibile motivare la scelta urbanistica di individuarle in agro».

E si fa l’esempio di Villa Gorizia e Bancali, dove il nuovo cemento è previsto dentro singole aree rimaste ancora inedificate, o in altri casi è localizzato dentro l’agro urbanizzato della corona olivetata. «Tali scelte – si legge nelle osservazioni – non sono coerenti con le norme del Ppr sull’assetto insediativo, che prevede che le nuove urbanizzazioni siano individuate nelle aree adiacenti alle urbanizzazioni esistenti». I tecnici regionali prestano grande attenzione alla questione degli oliveti intorno alla città e all’espansione urbanistica verso le campagne. Questo dato ha sempre rappresentato una criticità per il Puc, perché fa configgere due aspetti: il primo è la salvaguardia che il Ppr impone per l’agro, il secondo è la colonizzazione selvaggia che Sassari ha perpetrato in mezzo secolo fuori dal suo perimetro. C’è dunque una legge con i suoi vincoli e c’è una compromissione urbanistica di fatto, che costituisce un caso a sè. Perciò anche le zone B individuate in agro sono sotto la lente. Il Ppr le classifica come ambiti di conferma, completamento e rigenerazione urbana, ovvero parti di territorio totalmente o parzialmente edificate, dotate di infrastrutture. «Occorre chiarire – si legge nelle osservazioni – se si tratta di zone B vecchie o di nuova individuazione. In questo caso occorrerà motivare la scelta». E naturalmente verificare gli indici fondiari previsti, distanza tra i fabbricati, altezze e via dicendo.

Borgate. Il Ctru poi fa le pulci alle cartografie delle borgate, focalizzando l’attenzione su Campanedda, la Corte, Biancareddu, la Pedraia, Palmadula e villa Assunta. Il discorso, semplificandolo al massimo è sempre lo stesso: attenzione, quando utilizzate la classificazione B, agli indici fondiari previsti. Ci sono incongruenze. E ancora: perché volete creare una ricucitura urbana tra La Corte e Monte Forte, lungo la strada provinciale per Palmadula? Così facendo, cancellate la conformazione di borgata rurale. E perchè violentate la morfologia del piccolo centro di Biancareddu inglobandogli intorno tutta l’edificazione sparsa nel territorio?

Zone F turistiche. Il monito sul consumo del territorio riguarda naturalmente anche le zone turistiche: «I nuovi interventi finalizzati alla ricettività possono essere realizzati solo se contigui ai centri abitati». Ma a Baratz e Villa Assunta non vi sono insediamenti urbani esistenti.

Policlinico. La destinazione d’uso dell’area non sembra compatibile con il progetto di riqualificazione della struttura sanitaria. I tecnici regionali chiedono una serie di chiarimenti anche sulle percentuali delle aree da destinare a residenza e servizi (35%) e quelle riservate alle attività commerciali e alberghiere (75%).

Cimitero. Qui lo staff regionale ha ravvisato una piccola chicca: all’interno della fascia di rispetto cimiteriale, quindi inedificabile, viene ricompresa anche l’area dove sarebbe previsto l’ampliamento del camposanto. Si prega di correggere la cartografia.

Pai. E visto che il rischio idrogeologico è di grande attualità, il Ctru chiede al Comune uno sforzo documentale aggiuntivo: va bene lo studio del Pai, ma fate la cortesia di sovrapporre le carte del Puc agli elaborati che individuano le aree con pericolo alluvioni e frane. Dal confronto sarà più facile leggere se le aree di nuova urbanizzazione non ricadano sui territori sottoposti a vincolo.

Commercio. Perché Sassari non pretende la realizzazione di parcheggi pertinenziali alle medie strutture di vendita? Secondo il Ctru questa scelta è in contrasto con la normativa.

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