La Nuova Sardegna

Sassari

Valledoria

Allarme tra i cittadini per l’uso di diserbanti

VALLEDORIA. C’è allarme in paese e preoccupazione tra i cittadini per l’utilizzo, da alcune settimane, da parte degli operai comunali dei cosiddetti erbicidi più comunemente conosciuti come...

02 marzo 2014
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VALLEDORIA. C’è allarme in paese e preoccupazione tra i cittadini per l’utilizzo, da alcune settimane, da parte degli operai comunali dei cosiddetti erbicidi più comunemente conosciuti come “diserbanti. Ma dal palazzo del municipio rassicurano. «Sulle attività di diserbo nel territorio comunale – fanno sapere dall’amministrazione comunale Ufficio ambiente e tutela del paesaggio – è bene far presente che vengono effettuate con prodotti appartenenti alle classe tossicologica degli irritanti per i quali non è previsto il possesso del cosìddetto “patentino verde” e che ci si limita ad adoperarlo su ricrescite in ambito peri-urbano, su aree depolverizzate quali marciapiedi o percorsi sterrati. Siamo consapevoli che esistono orientamenti diversi in ordine all’opportunità o meno sull’utilizzo dei diserbanti per la manutenzione di bordi strada. – continua il comunicato stampa dell’amministrazione comunale -. A tal proposito però ci siamo rifatti a quanto comunicato da Anas, della quale si allega copia».

Al comunicato stampa dell’Ufficio tutela ambientale fa eco il sindaco di Valledoria Tore Terzitta che aggiunge: «Come già riportato nella dichiarazione del geometra Murroni – dichiara il sindaco – l'uso del diserbante avviene  su aree particolari, difficili da manutenere con mezzi meccanici o manualmente. Vengono utilizzati prodotti a bassissimo impatto, appartenenti alla classe degli irritanti, riponendo particolare cura alla sicurezza. So che esistono opinioni discordanti sulla pratica del diserbo di fossi e cunette ma, ad oggi questa pratica è consentita. Mi risulta inoltre che nel caso nostro, è limitata ad aree specifiche sulle quali non sono presenti specie vegetali di pregio o insetti. Qualora dovesse risultare non opportuna questa pratica ritengo che il servizio competente non abbia nessuna difficoltà ad individuare pratiche alternative ugualmente efficaci per mantenere decorose le aree di cui parliamo», conclude il primo cittadino.

Ma di tutt’altro parere sono le associazioni ambientaliste e a tutela della salute. Ecco la risposta di Isde Sardegna medici per l'ambiente, Wwf Sassari, Lipu Sardegna: «Nonostante i prodotti a base di glyphosate siano commercializzabili senza il cosiddetto “patentino verde”, non mancano le evidenze scientifiche sulla loro tossicità acuta e cronica (per farsi un'idea è sufficiente leggere gli studi riportati sul journal of pesticide reform/ winter 2004); le avvertenze presenti nelle rispettive schede di sicurezza, rendono inoltre evidente che, nonostante le rassicurazioni di chi li commercializza, non si tratta di prodotti inoffensivi per la salute di persone ed ecosistemi, altrimenti come spiegare queste avvertenze:  ”tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico, smaltire prodotto e contenitore come rifiuti pericolosi”?».

  «Nel caso di Valledoria, poi,– proseguono gli ambientalisti – paese con una spiccata vocazione turistica, e tradizione agricola, posto sulla foce di uno dei bacini più importanti della sardegna, l'uso di queste sostanze da parte dell'amministrazione rischia di trasformarsi in un pessimo esempio per chi, risiedendo nel territorio, si sente autorizzato ad utilizzare il diserbo chimico come normale pratica di gestione delle piante spontanee».

Giulio Favini

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