La Nuova Sardegna

Sassari

Sempre più concreto l’abbandono di E.On

Sempre più concreto l’abbandono di E.On

PORTO TORRES. L’ufficialità arriverà solo fra qualche giorno, ma ormai è quasi certo che E.On abbandonerà l’Italia, cedendo le sei centrali termoelettriche e la centrale idroelettrica di Terni. Il...

11 aprile 2014
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PORTO TORRES. L’ufficialità arriverà solo fra qualche giorno, ma ormai è quasi certo che E.On abbandonerà l’Italia, cedendo le sei centrali termoelettriche e la centrale idroelettrica di Terni. Il presidente di E.On Miguel Antoñanzas (nella foto) lo dovrebbe annunciare solo fra qualche settimana, ma già dalla fine di marzo le banche d’affari Lazard e Mediobanca erano state incaricate dalla francese Edison di valutare l’impatto economico dell’eventuale acquisizione delle centrali E.On in Italia. Non solo: già dallo scorse mese di novembre, la multinazionale tedesca stava lavorando al dossier “Chicago” per mettere sul mercato asset per il valore di tre miliardi di euro. Il progetto iniziale era di liberarsi di tutti gli impianti mettendo insieme i pezzi “migliori” e quelli meno pregiati. Poi, invece, sarebbe passata la linea dello spezzatino. Oltre alle sei termocentrale e al polo idroelettrico di Terni, E.On metterebbe sul mercato i circa 900 mila clienti elettricità egas, le partecipazione ml gassificatore Olt e nel gasdotto Tap che dall’Azerbaigian dovrebbe sbarcare in Puglia. Fra i potenziali acquirenti ci sono i soliti noti come appunto Edison, l’altra francese Gdf-Suez, l’italiana A2A (la vera novità) la società russa Gazprom. Già da tempo Edison aveva definito “interessante” il pacchetto E.On con particolare attenzione per la centrale idroelettrica di Terni, ma non va scordato che l’italiana A2A era fra le concorrenti di E.On al momento del passaggio della termocentrale di Fiume Santo, fino a quel momento di proprietà della spagnola Endesa poi “scalata” da Enel che però - per le norme europee antitrust - aveva dovuto cedere alla multinazionale tedesca.

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