Barracelli travolti da accuse e veleni
Ossi, cinque agenti firmano un durissimo j’accuse inviato al sindaco su turni, impegno, fondi e guida della compagnia
OSSI. C’è un male oscuro che serpeggia tra le fila della Compagnia barracellare. Diciotto anni di attività intensa e riconosciuta, gratificata a livello regionale con un punteggio che la colloca ex aequo tra le prime tre, la Compagnia barracellare di Ossi, guidata per 17 anni dal capitano Giovanni Demontis si è affermata per l’efficienza e la qualità del servizio, collaborando fianco a fianco con le forze dell’ordine e svolgendo compiti di supporto nella vigilanza sul territorio con competenze in materia di salvaguardia delle proprietà agropastorali, di protezione civile, di beni ambientali, archeologici e culturali.
Ma proprio sull’origine e sui meriti di tanti conclamati successi scoppia il caso che rischia di mettere a repentaglio il futuro stesso della compagnia. La denuncia arriva dall’interno, firmata da cinque barracelli, che si rivolgono al sindaco, all’assessore delegato, alla giunta, al consiglio comunale per intero. Con un’accusa e una richiesta ben precisa, indirizzata a «l’operato svolto da alcuni componenti di questa compagnia». I cinque si interrogano come la si possa «far funzionare al meglio quando all’interno ci sono persone che cercano, con l’inganno e non rispettando le regole, di danneggiare il lavoro di quelli che credono in quello che fanno».
Un’accusa pesante, le cui conseguenze potrebbero essere imprevedibili a seconda della reazione che potrebbe generare. I “dissidenti” ci vanno però ancora giù pesanti e si chiedono: «A queste persone si può dare fiducia?». La Compagnia, raccontano, opera da 18 lunghi anni. «Sappiamo – precisano – che per legge una compagnia per poter funzionare deve essere formata da almeno dieci persone». E allora, si chiedono, «com’è stato possibile che nel 2013 un gruppo di cinque agenti sia riuscito a portare avanti con successo una campagna antincendio, a rispettare gli accordi presi col Coros e quanto richiestoci nelle varie occasioni arrivando a fare da soli circa 12 mila ore, mentre gli altri sedici (la compagnia è formata da 21 agenti) hanno fatto solo 9 mila ore».
I cinque agenti, che hanno sottoscritto quella che può definirsi una vera e propria denuncia, puntano poi il dito su un’altra questione che ultimamente agita la compagnia: la nomina del nuovo capitano. Un gruppo di agenti la vuole, prendono atto, aggiungendo che è giusto che ogni triennio si voti, «ma le cose vanno chieste con i dovuti modi, non mettendo a rischio quello che è stato creato e tanto meno mancando di rispetto a chi in questi anni ha dedicato tempo e impegno facendo arrivare la compagnia a quello che è oggi». Infine la perorazione presso le autorità comunali perché anche per quest’anno sia confermata la fiducia. «Manca poco all’inizio dell’antincendio – fanno presente i cinque agenti – siamo pronti ad affrontarla col massimo impegno nonostante i malumori che ci sono tra di noi, perché l’importante è proteggere il territorio e non i nostri scopi personali». Il documento avanza quindi quattro richieste: approvare il bilancio, convocare una riunione permettendo di “chiarire la situazione”, esaminare la possibilità di nominare un capitano esterno alla compagnia, rivedere la posizione dei tenenti e dei graduati in carica. Pronta arriva intanto un’interrogazione del gruppo consiliare “Uniti per Rinnovare”, che chiede di investire della questione il Consiglio comunale; mentre l’assessore delegato Mario Demontis assicura la propria disponibilità ad avviare tutte le iniziative necessarie per ricomporre la situazione in modo da garantire alla Compagnia la prosecuzione dei successi conquistati sul campo.