La Nuova Sardegna

Sassari

L’11 giugno parte la chimica verde

di Gavino Masia

Annuncio dell’ad di Matrìca Daniele Ferrari: l’impianto produrrà 32mila tonnellate di biolubrificanti

18 maggio 2014
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PORTO TORRES. Il prossimo 11 giugno sarà avviato il primo impianto per la produzione di biomonomeri, frutto della riconversione del polo industriale della Marinella alla chimica verde. Ad annunciare la notizia è stato l’amministratore delegato di Versalis e presidente di Matrìca Daniele Ferrari, durante il convegno sul progetto che mira a creare una piattaforma di raccordo fra le diverse anime della chimica verde. Si tratta del primo impianto al mondo che impiega la tecnologia di scissione ossidativa a basso impatto ambientale messa a punto dal gruppo piemontese. L’impianto ha una capacità produttiva di circa 32mila tonnellate all’anno: si produrrà acido azelaico, appartenente alla famiglia degli acidi dicarbossilici, che oltre a entrare nella formulazione del Mater-Bi è una base per plastificanti speciali, esteri ad alta viscosità e basso punto di scorrimento per il settore della lubrificazione, oltre che ingrediente per l’industria cosmetica e farmaceutica. Per completare il primo impianto, la joint venture tra Versalis e Matrìca ha investito 180 milioni di euro sui 500 milioni previsti per la completa riconversione del sito di Porto Torres, incappando in lungaggini burocratiche che hanno dilatato a 22 mesi il tempo necessario per ottenere risultati. L’amministratore delegato ha parlato di tempi “asiatici” in attesa delle autorizzazioni necessarie e delle ispezioni dovute, e assicura che una volta completato il polo della chimica verde arriverà a produrre circa 350mila tonnellate di biochemicals e sarà soprattutto una piattaforma tecnologica innovativa integrata nel territorio e supportata da un centro di ricerca e impianti pilota all’avanguardia. Entro quest’anno, inoltre, dovrebbero entrare in funzione gli altri due impianti di Matrìca, per produzione di additivi per polimeri ed esterificazione, e una volta completate e messe in marcia le tre unità nello stabilimento verranno prodotti acido azelaico, una miscela meno pregiata di acido palmitico (presente nel burro, nel formaggio e nel latte) e stearico, acido pelagonico ed esteri C5 e C9 con relative glicerine. Dalle linee di esterificazione usciranno anche una serie di nuovi prodotti che Matrìca ha già sperimentato come plastificanti a basso impatto ambientale, additivi per polimeri, pneumatici e gomme, basi per lubrificanti, ingredienti biobased per la cura della persona e la cosmesi. Tanti prodotti per far ripartire l’industria, dunque, e dimostrare anche ai più scettici che il progetto chimica verde può rappresentare un futuro importante per lo sviluppo economico del territorio e per la ricerca. Le aziende impegnate nel progetto hanno costruito un ponte che vuole superare ostacoli e abissi per spianare la strada verso la bioeconomia, che rappresenta uno dei pilastri delle politiche comunitarie, e sono già 130 le adesioni tra aziende, centri di ricerca, enti locali e associazioni. La speranza che assieme all’innovazione decolli anche l’occupazione con l’inserimento lavorativo di giovani e meno giovani, privilegiando un territorio che ha messo a disposizione le proprie aree per gli impianti industriali e ora vuole risorgere attraverso una produzione che rispetti l’ambiente.

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