Sanna: siamo belli dentro e per questo rinasceremo
Il candidato del centrosinistra: tanto è stato fatto, ma tanto rimane da fare E noi innoveremo prendendo il meglio dal buon governo che ci ha preceduto
SASSARI. Col cervello nel futuro ma i piedi ben piantati nel passato. Sicuro che la faticosa strada scelta per scegliere candidato e coalizione sia il vero domani della democrazia. Pronto alla battaglia, ma non ad urlare o ad azzuffarsi. Perché la politica prima di tutto è ascolto.
Non mostra stanchezza Nicola Sanna, nonostante sia in campo da mesi per portare avanti la sua battaglia per il rinnovamento. Prima nel suo partito, il Pd, che ha “piegato” con un’imperiosa quanto faticosa vittoria alle primarie, diventandone il candidato sindaco. Poi nella città, che «arriva da nove anni di buon governo», ma «con tante cose ancora da fare». Nessuna stanchezza e tante cose da dire, troppe per poco tempo a disposizione e per le tante domande arrivate durante l’ultima diretta streaming con i nostri lettori. «Ma risponderò a tutti – spiega – e chi vuole sa dove trovarmi».
Il Pd. «Quando mi sono candidato avvertivo che si era chiusa una grande stagione ma c’era voglia di rinnovare, pur nella continuità. C’era un nuovo gruppo dirigente, che si era già messo alla prova governando in Comune. Le primarie erano la via. C’è stato scontro, anche aspro, ma questo è normale, e c’era anche nei vecchi partiti del ’900. Ma alla fine la forza del Pd e di tutto il centrosinistra è che, dopo lo scontro, arriva l’unità vera. Per questo non temo né sgambetti né disimpegni. Certo bisognerà costruire gli organismi dirigenti, c’è una fase congressuale che si apre, ma le prospettive, anche a livello nazionale ed europeo, sono ottime».
Gli alleati. «A decidere gli equilibri saranno gli elettori. Noi mettiamo sul piatto una grande offerta politica, che mette dentro movimenti nuovi come La Base o, primi in Italia, gli ex grillini di Libertà di Movimento. Partiti storici della sinistra, del centro. Gli indipendentisti di Irs. E chiaramente il Partito democratico».
Europa. «Sono nato in Germania, e sento l’Europa dentro di me. Sassari è stata protagonista nella storia d’Europa. Con la Brigata Sassari nella prima guerra mondiale. Con i giovani sardi, come mio padre, che sono andati a scavare il carbone nelle miniere, facendo nascere la Ceca, la base dell’Unione. Siamo protagonisti antichi della storia d’Europa, e protagonisti moderni ne dobbiamo diventare. Anche perché siamo una città al centro del Mediterraneo e al centro del mondo».
Cittadinanza attiva. «Vogliamo essere vicini ai cittadini. E stimolare una cittadinanza attiva. Che già esiste con le nostre associazioni, che ci hanno aiutato in questo momento di enorme crisi. Sport, cultura, teatro, musica, vogliamo costruire una rete comunicante, un sistema. Con Sassari capoluogo, guida per tutti».
Area vasta. «Questa mattina ero a Olbia a parlare col sindaco Giovannelli. Primo passo della creazione di un'asse politico e programmatico tra Sassari e Olbia. Che inizi con lo sviluppo di un collegamento ferroviario che unisca i due aeroporti di Sassari-Alghero e Olbia. Questo è possibile realizzando un dente ferroviario tra lo scalo aeroportuale di Alghero e la linea ferroviaria esistente tra Sassari e Alghero, con base qui in città che ha lo snodo ferroviario per Porto Torres e Ozieri fino a Olbia e Macomer».
Mille posteggi. «Sassari deve essere città europea, accogliente e in grado di essere collegata ma anche attraversabile. Ad esempio con una nuova e anche più ampia Area blu che si sviluppa su un asse in grado di offrire parcheggi, “via dei 1.000 parcheggi”, un asse dove insistono più di 1.500 posti auto tra le strutture Atp, Conad, Coin, Emiciclo, Piazza fiume, Santi angeli, Fosso della Noce. Con la rivisitazione dei sensi di marcia con un doppio senso in via dei Mille e via Manno, che permetta di raggiungere i 5 posteggi che insistono su quell’asse».
Tarsu. «Si dovrà intervenire in modo deciso sul capitolo rifiuti con piani tariffari differenziati e premianti i cittadini e le imprese che si impegnano di più nella differenziazione del rifiuto e nella sua riduzione per cui: chi riduce la produzione dei rifiuti deve pagare di meno; chi differenzia di più deve essere premiato o in termini di tariffe o con importanti, e meritati, sgravi fiscali».
Puc. «Occorre attuare in tempi brevissimi il Piano urbanistico comunale con un task-force Comune-Regione che in 6 mesi dia a Sassari uno strumento di sviluppo atteso ormai da troppo tempo, creando le condizioni per la sua immediata applicazione».
Multisala. «Se ci sono investitori privati le porte sono aperte, e troveremo insieme le aree dove si può fare. Per quanto riguarda le grandi opere e le risorse: ci sono, o meglio c’erano. Cappellacci ha speso solo il 40 per cento dei fondi europei. Noi abbiamo presentato progetti per 70 milioni, tra cui il completamento del posteggio di Cappuccini, ma non c’è stata risposta. Ora ripartiamo senza Cappellacci. Non è indispensabile fare grandi opere, ma grandi cose».
Bonifiche. «Devono partire immediatamente. Ma ci devono essere venti, trenta Matrica. Dai prodotto agricolo no food si possono ottenere nuovi materiali, nuovi processi produttivi. Io sono contro la monocultura del cardo. La Nurra dove avere prima di tutto utilizzo a fini alimentari per recuperare la sovranità alimentati. Ma poi si deve produrre anche no food. Io immagino una green valley che fanno innovazione di prodotto, processo, prototipi, brevetti. Il utto in nome dell eco compatibile e dell’eco sostenibile».
Casa. «Siamo l’unico comune in Sardegna che spende più di 1 milione e 200mila euro di soldi comunali per dare dei contributi alle famiglie per pagare l’affitto. Poi c’è un accordo tra proprietari e inquilini per il canone concordato, e da 40 contratti siamo passati a 650 riducendo l’Imu a chi riduce il canone. Questa è la strada».
I tre viadotti. «Ci sono tre terrapieni lungo le valli che sono delle dighe che possono farci rischiare di vedere allagati i primi piani delle case. È un serio rischio, può accadere una volta ogni cento anni, ma quando accade è un dramma. Io voglio rimuoverli e realizzare tre viadotti: viale Trento, viale Trieste viale Sicilia».
Coste. «Lo sviluppo del turismo costiero è legata innanzitutto al collegamento ferroviario con l’aeroporto di Alghero. Nel quale i comuni costieri vanno coinvolti, per creare un sistema integrato. Ad esempio su Platamona dobbiamo ragionare insieme a Sorso sul degrado, ma anche sognare l’allungamento della ferrovia Sassari Sorso, collegata con Alghero, fino al mare. Non sia mai che qualche emiro del Qatar si fermi anche da noi e veda tutte le potenzialità di quella zona»
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