Tribune elettorali Rai a Cagliari
Candidati convocati nel capoluogo. Lucchi diserta, Lai e Sanna: «Giù le mani dalla sede di Sassari»
SASSARI. Forse un altro tassello nel piano di dismissione della sede di Sassari candidamente anticipato dal sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli all’Usigrai (ha parlato di Sassari definendola «una sede di 1100 metri quadri per una “succursale” con 5 dipendenti»), forse una semplice scelta aziendale. Fattostà che la scelta del Corecom di convocare le tribune elettorali per la elezioni comunali sassaresi nella redazione di Cagliari è quantomeno balzana. Non foss’altro che, nella pancia dei 1100 metri quadri cittadini all’inizio di via dei Mille, ci sono rinnovati studi televisivi e radiofonici, che non si vede davvero in quale migliore occasione di un confronto tra gli aspiranti sindaci del territorio potranno essere usati.
Una scelta balzana e scomoda, fisicamente e politicamente, per i candidati. Con alcuni che hanno alzato la voce, a iniziare da Cristiano Sabino di Fiu che per primo ha denunciato il tutto, spiegando poi che l’occasione era mediaticamente troppo importante per il suo Fronte Indipendentista Unidu per potervi rinunciare. Proseguendo con Nicola Lucchi, che dell’occasione ha invece deciso di fregarsene, e ha bellamente disertato il confronto per «impegni elettorali precedentemente presi».
«La situazione dell'informazione a Sassari sta rapidamente degenerando – attacca Sabino – hanno chiuso la sede di Videolina e dell'Unione Sarda e presto verrà radicalmente decurtata quella di 5stelle, con licenziamenti alle porte. Una grande città senza informazione è una città con seri problemi di visibilità e democrazia».
«Non mi sarà possibile essere presente alla tribuna elettorale per sopravvenuti impegni elettorali non procrastinabili – scrive sornione Nicola Lucchi (che ha sempre pagato il canone, precisa tra parentesi). Con amarezza esprimo il mio disappunto per il fatto che la stessa debba tenersi a Cagliari». «Solidarizzo con i giornalisti e tecnici Rai, preoccupati per gli ulteriori tagli ai servizi e alle sedi regionali – spiega Nicola Sanna –, con particolare riguardo alla sede provinciale di Sassari, città tra le prime 30 in quanto a popolazione. Ho condiviso il disagio dei giornalisti e mi unisco alle loro proteste nei confronti del Cda della Rai e del Governo che paventano ulteriori tagli che si ripercuotono negativamente sul servizio pubblico».
«La Sardegna non può accettare un ridimensionamento dell'informazione pubblica – attacca il segretario regionale del Pd Silvio Lai in una lettera inviata al sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli, autore dell’infausto intervento – se non pagando un caro prezzo allo squilibrio culturale e informativo che andrebbe ad aggiungersi ai già pesanti squilibri economici, sociali, territoriali e strutturali di cui la Sardegna ha sofferto e soffre. Non mi convince la possibilità di chiudere alcune sedi regionali e per questo sono firmatario di un emendamento al decreto che discuteremo nei prossimi giorni in commissione bilancio, ma sentir parlare in questo modo di una presenza storica come quella di Sassari mi convince che c'è troppa superficialità».