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Convegno su nuove frontiere per prevenire il favismo

SASSARI. "Prevenzione favismo: nuove frontiere" è il titolo del convegno che l'Ordine dei Medici ha organizzato per sabato a partire dalle 8,30, all'Hotel Grazia Deledda. Da millenni le fave...

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SASSARI. "Prevenzione favismo: nuove frontiere" è il titolo del convegno che l'Ordine dei Medici ha organizzato per sabato a partire dalle 8,30, all'Hotel Grazia Deledda.

Da millenni le fave rappresentano un alimento fondamentale per l'uomo e nel mondo animale, un consumo diffuso nei paesi dell'area mediterranea, ma anche in Cina, che detiene il 65% della produzione mondiale, in India e nel Medio Oriente.

Pur essendo un alimento ad alto contenuto proteico e basso di lipidi, per le alte concentrazioni di Vicina e Convicina, le fave sono tossiche per chi è carente dell'enzima G6PD, ovvero i fabici, che ingerendole possono andare incontro a gravi crisi emolitiche e forme di anemia acuta.

Recentemente un gruppo di ricerca guidato dal dott. Gerard Duc dell'Inra di Dijon ha sviluppato una serie di cultivar di fave a bassissimo tenore di Vicina e Convicina, testate prima su animali e poi sui fabici. Lo studio, approvato dal comitato Bioetico di Sassari, si è svolto nell'ospedale civile di Alghero della Asl 1. Al convegno di sabato interverranno: Antonio Spanu, docente alla facoltà di Agraria di Sassari, Gerard Duc, direttore della ricerca dell'Inra (Institut national de la recherche agronimique) di Dijon, Felice Simula, responsabile del laboratorio analisi cliniche dell'ospedale civile di Alghero, Paolo Arese e Franco Turrini, docenti di biochimica dell'università di Torino, che da anni svolgono ricerche sul favismo.

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