La Nuova Sardegna

Sassari

La burocrazia lascia a secco Chilivani

di Barbara Mastino
La burocrazia lascia a secco Chilivani

Niente acqua da quattro giorni: la condotta è stata sostituita, ma manca l’allaccio per un rimpallo di responsabilità tra enti

29 giugno 2014
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OZIERI. Puntuali con l’arrivo dell’estate tornano a Chilivani i disagi legati alla mancanza d’acqua. È il solito problema che si ripete da anni, e che come si ricorderà si è ripresentato più volte anche durante la stagione fredda, eppure sembrava che dopo la sostituzione delle condotte operata da parte di Abbanoa i disagi fossero destinati a finire. Ma non è così: continua infatti la confusione di competenze dopo la dismissione di Ferrovie dello Stato e una passaggio ad Abbanoa tramite il Comune che però non è mai stato reso concreto; un conflitto che si concretizza nel mancato allaccio delle condotte al bacino di adduzione - dato dal fatto che non si capisce a chi appartengano una ventina di metri di terreno - e, quindi, nella mancanza di acqua. Il problema è tornato alla ribalta qualche giorno fa, e l’esasperazione dei residenti e degli esercenti del centro del quartiere ferroviario è alle stelle, mentre è già in corso il via vai con le case di amici e parenti per le necessità igieniche. Chi deve decidere? Chi deve intervenire? Più volte il Comune ha cercato di fare da mediatore ma pare davvero che nessuno riesca a venire a capo di questa grottesca situazione. Alza la voce quindi il comitato di quartiere, un gruppo di quattordici persone costituitosi spontaneamente qualche mese fa per fare da portavoce con l’amministrazione dei problemi del quartiere. Un comitato attivo che ora chiede risposte e che ricorda all’amministrazione comunale «i suoi doveri verso cittadini come tutti gli altri, e che come tutti gli altri hanno da poco pagato una tassa sui servizi (Tasi) pur senza avere servizi». Dall’acqua il discorso del comitato si sposta infatti su altri fronti: dalle strade, che sono rimaste dissestate dopo la fine dei famosi lavori di sostituzione delle condotte idriche, sino al problema dell’invasione di sterpaglie, «contro il quale stiamo provvedendo noi con mezzi nostri per evitare rischi di incendio ma anche sporcizia e possibile proliferare di parassiti come pulci e zecche»; dal problema della scarsa illuminazione sino a quello della presenza di cani randagi. Tutte questioni che ruotano intorno a un unico concetto, ribadito con forza dal comitato spontaneo: il quartiere è abbandonato, è privo di ogni minimo presidio da parte delle forze dell’ordine (si ricordi la recente chiusura della Stazione dei carabinieri e del presidio della Polfer) e della polizia municipale, vi mancano anche i principali servizi, non si riesce ad avere un dialogo serio e costante con l’amministrazione. «Senza contare - dicono ancora i componenti del comitato di quartiere - che dopo mesi ancora non abbiamo ricevuto la concessione di un luogo per le riunioni, ennesima promessa disattesa da parte di un Comune sordo a ogni nostra richiesta».

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