La Nuova Sardegna

Sassari

Malattie infettive è a prova di Ebola

di Luigi Soriga
Malattie infettive è a prova di Ebola

È l’unico reparto del nord Sardegna che possiede i requisiti per ospitare un eventuale paziente affetto dal virus

24 agosto 2014
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SASSARI. Non esiste alcun tipo di allarme, ma le strutture sanitarie devono essere comunque pronte ad affrontare anche la più remota emergenza.

Così mercoledì prossimo il direttore dell’Istituto di Malattie infettive Maristella Mura è stato convocato a Cagliari per un incontro in Regione. Infatti il Ministero per la Salute ha diramato una circolare con la quale invita tutti i presidi ospedalieri a recepire i protocolli d’azione per fronteggiare eventuali casi di contagio del virus Ebola.

Perciò l’assessorato regionale alla Sanità ha voluto fare una ricognizione sulle strutture esistenti in Sardegna, che sono idonee ad accogliere eventuali pazienti affetti dalla malattia. A Sassari l’unico reparto che possiede tutti i requisiti è quello di Malattie Infettive, della nuova costruzione appena ultimata. Stiamo parlando della palazzina isolata, adiacente alla stecca bianca, ancora recintata e circondata dai parcheggi, che fa parte del complesso dell’Aou in viale San Pietro.

«L’Università ad agosto ci ha dato le chiavi del nuovo edificio – dice Sandro Cattani, direttore generale dell’Azienda Mista – la struttura a tutti gli effetti è funzionale e pronta a partire. C’è l’agibilità concessa dal Comune, e l’unica certificazione che manca è quella dei tecnici regionali, che a breve effettueranno un sopralluogo. Ma di fatto, qualora dovesse verificarsi un caso di emergenza per Ebola, il nuovo reparto di Malattie Infettive sarebbe immediatamente disponibile».

E nel nord Sardegna sarebbe l’unico a possedere le caratteristiche per un adeguato isolamento infettivo. Due stanze infatti, arredate con due letti ciascuna, hanno una protezione di livello quattro, capace cioè di contenere la massima contaminazione virale. Per entrare e uscire da questi locali è necessario un badge, senza il quale le porte non si aprono. Questo serve sia a monitorare ogni accesso da parte del personale medico, del quale viene registrata ogni attività. E in secondo luogo serve come misura di sicurezza, in modo da impedire qualsiasi fuga da parte dei pazienti . In più anche l’accesso dei malati al reparto è blindato, in quanto sono stati realizzati dei percorsi alternativi e isolati rispetto all’ingresso pubblico. Insomma, tra pazienti, utenti comuni e visitatori non c’è alcun contatto.

L’arredamento della palazzina è stato ultimato, i parcheggi sono pronti all’uso, e l’Azienda Ospedaliera Universitaria sta acquistando i dispositivi di protezione individuale da fornire in dotazione ai medici. Anche le stanze che saranno adibite alla degenza ordinaria sono pronte, così come i locali adibiti ad ambulatorio. E poi ci sarà un piano destinato all’attività didattica degli studenti della Facoltà di Medicina.

La realizzazione di Malattie Infettive per l’Aou è stata una vera e propria odissea: tutto nasce da un finanziamento ministeriale destinato a interventi urgenti in materia di Hiv.

Nel 1990 Sassari ha ricevuto in lire l’equivalente di 11 milioni di euro. Due anni dopo venne utlimata la progettazione e l’impresa aggiudicataria del bando di gara, fu la Sodeco di Selargius. Si tratta della prima di una lunga serie, perché dal primo fallimento del 2004, è stato un lungo alternarsi di rescissioni di contratti, nuove gare, ricorsi, tempi morti e cantiere chiuso.

Ora finalmente la nuova struttura è ultimata, e salvo emergenze, tra un paio di mesi sarà inaugurata.

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