La Nuova Sardegna

Sassari

Ortopedia, chiusa la sala operatoria

di Barbara Mastino
Ortopedia, chiusa la sala operatoria

Dirottati su Sassari più di 260 interventi già in programma. La protesta di pazienti, operatori sanitari e politici locali

05 settembre 2014
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OZIERI. Levata di scudi e massima mobilitazione delle istituzioni dopo la chiusura della sala operatoria dell’unità di Ortopedia dell’ospedale Segni. Lo stop è stato decretato qualche giorno fa per motivi di sicurezza: un problema non nuovo, in realtà, ma mai risolto in attesa del completamento dei lavori del mini blocco operatorio. La chiusura della sala operatoria ha provocato, come è ovvio, pesanti ricadute sull’attività del reparto di Ortopedia, vero e proprio fiore all’occhiello del Segni per qualità e quantità di interventi svolti. Già più di 260 operazioni previste sono state dirottate su Sassari, ma la lista di attesa è lunga e la mancanza di notizie desta grande preoccupazione tra i pazienti, gli operatori e i rappresentati istituzionali. Questi ultimi sono già sul piede di guerra, a cominciare dal sindaco Leonardo Ladu, che ha già chiesto un incontro con l’assessore alla Sanità Luigi Arru e l’intervento del Prefetto di Sassari per fare piena luce sulla vicenda. «Otto anni fa, dico otto anni, per fare fronte alle criticità delle sale operatorie dell’ospedale di Ozieri - dice Ladu -, l’allora in carica assessore Dirindin avava disposto un copioso finanziamento a favore della Asl di Sassari per realizzare il nuovo blocco operatorio. La gestazione dell’opera, decisamente troppo lunga e sospetta, è ancora inspiegabilmente “in itinere”, le criticità operative delle sale utilizzate permangono e nessuno accerta responsabilità su questa incredibile pratica amministrativa. In attesa di realizzare il nuovo blocco operatorio si era deciso di allestire i locali idonei per la sistemazione di una vecchia sala operatoria (il citato mini blocco, ndr) ma i lavori, di limitata entità, iniziati quattro anni fa, dico quattro, ritenuti allora di somma urgenza e che dovevano concludersi entro due mesi, sono ancora in corso. Dopo il danno la beffa, la Asl di Sassari scopre dopo otto anni che le sale operatorie utilizzate non sono idonee e, dopo non avere realizzato le opere programmate e finanziate per porvi rimedio, decide la chiusura della sala operatoria delle divisioni di Ortopedia e Chirurgia perché non pienamente conforme alla normativa e di trasferire l’attività all’unica sala operatoria disponibile, con un solo letto e di cui non dice che è pur essa non idonea. La sala operatoria dell’Ortopedia/Chirurgia è stata chiusa dopo segnalazione di dirigenti che pure fino a poco tempo prima, da tempo immemorabile, l’avevano utilizzata senza nulla obiettare e non presenta problematiche dissimili da tutte le altre sale dell’Asl di Sassari e di molti ospedali della Sardegna. Pertanto la decisione assunta risponde alla semplice logica distruttiva di un ospedale che, per restare all’Ortopedia, svolge servizi eccellenti. Chiediamo quindi alla dirigenza della Asl e dell’ospedale - conclude - di operare con buon senso, attuando le decisioni già assunte e contrastando le sollecitazioni corporative che nascondono interessi personali e di gruppi e sono indifferenti ai bisogni della gente. I cittadini di Ozieri e del territorio non possono subire l’ennesima inefficienza sanitaria programmata». Sul tema è inoltre già pronta una interrogazione del capogruppo di Sel in consiglio regionale Daniele Cocco, che parla di «chiusura senza giustificazioni» di un servizio di assoluta eccellenza e chiede a sua volta un intervento urgente dell’assessore.

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