La Nuova Sardegna

Sassari

«La Corte d’Appello di Sassari non si tocca»

di Vincenzo Garofalo
«La Corte d’Appello di Sassari non si tocca»

Sindaci, politici, magistrati, associazioni, imprenditori di tutto il nord Sardegna fanno quadrato riunendosi in un Comitato interistituzionale

06 settembre 2014
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SASSARI. «La corte d’appello di Sassari rimane un diritto acquisito per il territorio, ma anche per tutta la Sardegna». Il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, ex sindaco della città, l’ha ribadito ieri all’incontro del tavolo interistituzionale convocato da Nicola Sanna a Palazzo Ducale. «La sua trasformazione in sede autonoma deve continuare ad essere la nostra rivendicazione, perché il raggiungimento di questa obbiettivo rappresenta oggi più che mai una conquista sociale ed economica per i cittadini e gli operatori della giustizia». Quando era sindaco, e a maggior ragione oggi, Gianfranco Ganau è stato sempre un determinato sostenitore della battaglia per la autonomia della corte d’appello.

Nei giorni scorsi il presidente del consiglio regionale aveva detto che «Chiudere la sede distaccata della Corte d'appello di Sassari - dice Ganau - sarebbe l'ennesimo schiaffo al nostro territorio, una scelta scellerata che causerebbe un inutile aumento dei costi della giustizia e pesanti disagi per i cittadini e gli stessi operatori». di Vincenzo Garofalo wSASSARI Salvare la Corte d’Appello di Sassari, facendo in modo che ne sia riconosciuta l’autonomia, per tutelare l’intero sistema giudiziario della Sardegna, sempre più minacciato dalla ritirata dello Stato, in continua smobilitazione dietro la parola d’ordine “spending review”. È questa la missione del Comitato interistituzionale a sostegno del riconoscimento della autonomia della Corte d'Appello di Sassari, costituito ieri nell’aula consiliare di Palazzo Ducale, da dove, politici, amministratori, magistrati, avvocati, mondo delle imprese e associazioni di cittadini hanno lanciato l’allarme: la soppressione della Corte d’Appello di Sassari sarebbe solo il primo colpo di mano di una riforma geografica che nel giro di poco tempo cancellerebbe dalla mappa della Giustizia italiana le sedi di tribunali come Tempio, Oristano, Nuoro, Lanusei.

Per questo ieri a Sassari, convocati dal sindaco Nicola Sanna, c’erano davvero tutti: senatori, deputati, consiglieri regionali, sindaci, amministratori magistrati e avvocati del nord Sardegna, Gallura compresa. Tutti hanno sottoscritto la costituzione del Comitato interistituzionale. Un organismo che dopo attenta discussione ha elaborato una sorta di costituente con cui i firmatari hanno stabilito i punti cardine su cui concentrare le prime azioni, sotto lo stretto coordinamento del Comune di Sassari. Come primo compito, il Comitato aprirà le porte a tutto il territorio, attivando «un tavolo d’informazione e confronto permanente, aperto a tutte le diverse realtà istituzionali, economiche, sociali, a esponenti del mondo della cultura, della società civile e delle professioni, per un’ampia sensibilizzazione sul tema della presenza e operatività della Corte d'Appello di Sassari».

Il Comune di Sassari, su mandato dello stesso Comitato, preparerà un documento per illustrare in maniera precisa, inequivocabile ed esaustiva, «le forti motivazioni a favore della permanenza della Corte d'Appello, a vantaggio di cittadini, imprese e operatori della giustizia di tutto il nord Sardegna». Il documento avrà destinatari speciali: il presidente della Repubblica, quale capo dello Stato e rappresentante dell'unità nazionale e quale presidente del Consiglio superiore della magistratura, il Governo e il Parlamento. In questo modo, quando nelle sedi istituzionali sarà discussa la riorganizzazione del sistema giudiziario italiano, «i massimi responsabili dello Stato avranno chiare le ragioni per cui si chiede che sia riconosciuta e rafforzata la presenza della Corte d'Appello di Sassari», e nessuno potrà barricarsi dietro l’alibi del “non lo sapevo”.

In questa azione di mobilitazione generale, il Comitato ha chiesto espressamente una cosa: che «presidente della Regione e il Presidente del Consiglio regionale, a nome delle Istituzioni che essi rappresentano, esprimano formale adesione e sostegno alle iniziative promosse dal Comitato». Per i promotori insomma non deve essere una battaglia di Sassari, ma di tutta la Sardegna, proprio perché il rischio concreto è che l’Isola si ritrovi in un batter d’occhio con solo due Tribunali: Sassari e Cagliari. Sull’argomento si registra anche una presa di posizione del Consiglio provinciale di Sassari, che con una mozione che sarà discussa in aula, si esprime a favore del mantenimento della sezione staccata di Sassari della Corte d'Appello di Cagliari a tutela dei cittadini del Centro e del Nord della Sardegna e contro il depotenziamento delle strutture e dei servizi presenti nel territorio.

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