La Nuova Sardegna

Sassari

Ledda: un’unica regia per il cavallo sardo

di Barbara Mastino
Ledda: un’unica regia per il cavallo sardo

Proposta di legge regionale di Sardegna Vera per creare una filiera del comparto e rilanciare il settore ippico ed equestre

02 novembre 2014
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OZIERI. Coordinare settori, assessorati e agenzie per creare una programmazione complessiva in favore del comparto ippico ed equestre della Sardegna. Questo il filo conduttore della proposta di legge presentata nei giorni scorsi dai consiglieri regionali del gruppo Sardegna Vera Gaetano Ledda, Efisio Arbau, Michele Azara e Raimondo Perra, che mira a creare una "filiera" del comparto che, partendo dall'allevamento, arrivi a coinvolgere la ricerca scientifica e la tutela delle razze equine, lo sport, il turismo, la cultura e la tradizione.

Solo con un'azione coordinata, secondo i proponenti, si può «invertire rapidamente la recessione che da anni colpisce il settore». Una recessione che in Sardegna è iniziata con la soppressione dell'istituto Incremento Ippico e che è stata aggravata a livello nazionale dalla cancellazione dell'Assi, ex Unire, accorpata nel Ministero per le Politiche Agricole, e, per quanto riguarda il gioco, all'Agenzia delle Dogane.

«Interventi normativi – dicono i proponenti – che hanno stravolto l'assetto dei punti di riferimento pubblici senza prevedere una razionale ridefinizione del vuoto istituzionale che si è venuto a determinare». Al comparto cavallo serve invece una direzione unica, almeno in Sardegna dove «esiste la specificità legata alla produzione equina che, pur nascendo in agricoltura, diventa prodotto che investe e catalizza numerosissimi altri settori dell'economia e della cultura, attraverso un lunghissimo percorso di "maturazione", incomparabile con qualunque altra produzione agricola».

La proposta di legge quindi disegna un nuovo scenario nel quale assessorati e agenzie lavorano insieme e guardano in un'unica direzione: si parte dall'allevamento, e dal «rilancio della produzione autoctona per contrastare l'importazione crescente di cavalli, spesso di scarsa qualità, provenienti da Paesi terzi», che va sostenuto con «specifiche azioni strutturali ed organizzative» mirate alla valorizzazione della produzione; si passa attraverso «l'iniziativa sportiva, culturale, ambientale e turistica, senza dimenticare l'aspetto sociale», anche con azioni mirate a valorizzare «l'impiego del cavallo nella terapia assistita»; si arriva, quindi, alla creazione di un sistema organico coordinato dalla Regione e formato dagli assessorati (Agricoltura, Turismo, Cultura, Sanità solo per citarne alcuni), dalle agenzie Agris e Laore e coordinato da un Comitato Ippico che definisce strategie e obiettivi. Un progetto ambizioso, che guarda alla formazione (anche prevedendo la collaborazione con le Università) e all'inserimento lavorativo dei giovani: che guarda al futuro partendo dalle radici produttive e culturali dell'isola, da recuperare e valorizzare.

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