La Nuova Sardegna

Sassari

Forestazione, non ci fu abuso di ufficio

di Gavino Masia
Forestazione, non ci fu abuso di ufficio

Il gip ha archiviato gli atti del procedimento nei confronti del segretario generale e del dirigente dell’Ufficio tecnico

13 novembre 2014
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PORTO TORRES. Il giudice delle indagini preliminari ha decretato l’archiviazione degli atti riguardo al procedimento dove si accusavano il segretario comunale Giovanna Maria Piga e il dirigente dell’ufficio tecnico Claudio Vinci del reato ipotizzato di abuso d’ufficio in associazione. La vicenda aveva preso il via a fine estate del 2010, su indagine avviata dalla polizia locale, con la nuova amministrazione Scarpa che appena dopo l’insediamento decise di sospendere l’appalto per la forestazione. Si trattava di un milione e 800 mila euro messi a disposizione l’anno prima dalla Regione, a ristoro delle città danneggiate dall’inquinamento industriale, e Porto Torres con il suo Sin era certamente la comunità più colpita dalla contaminazione di sostanze pericolose. Per questa ragione arrivò al Comune il finanziamento più grande tra quelli previsti, che poteva dare lavoro a numerosi disoccupati che aspettavano la compilazione delle graduatorie. La nuova amministrazione non aveva condiviso la scelta della giunta precedente, optando per l’annullamento della graduatoria dei disoccupati e per una gestione diretta dei cantieri attraverso la società in house Multiservizi. Il rischio era però un contenzioso con la Selva Madre - l’azienda a cui era stato affidato il lavoro dalla giunta Mura -, e, sentito il parere della Regione, l’unica soluzione percorribile rimaneva un affidamento parziale alla cooperativa di Pattada (236 mila euro), così da consentire almeno l’occupazione e tempo determinato di una quarantina di disoccupati. Un passaggio che allora, secondo la procura della Repubblica, avrebbe violato la normativa in materia di appalti pubblici. Le indagini preliminari dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu, hanno indotto lo stesso magistrato a ritenere però che «gli elementi acquisiti non appaiono idonei a sostenere l’accusa in giudizio». Per il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, « la scelta finale di conservare parzialmente il contratto ha consentito da una parte di sanare le palesi illegittimità e dall’altra di soddisfare le richieste che provenivano dalla parte privata (cooperativa Selva Madre), in un contemperamento di interessi contrapposti». Una sentenza di archiviazione salutata con soddisfazione dal segretario generale: «Sono rimasta serena sin dall’inizio del procedimento – sottolinea Maria Giovanna Piga –, in quanto ero sicura di aver sempre agito nell’interesse dell’amministrazione comunale, salvaguardando il patrimonio, e soprattutto nel rispetto delle leggi vigenti».

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