La Nuova Sardegna

Sassari

Geriatria, direttore arrestato per truffa

di Gianni Bazzoni
Geriatria, direttore arrestato per truffa

Antonio Nieddu è ai domiciliari. Pazienti indotti a farsi visitare nello studio privato: 150 euro per trattamenti di favore

30 novembre 2014
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SASSARI. Da un paio d’anni circolavano accuse a mezza voce, mormorii di familiari che si lamentavano di cifre pagate per entrare in una corsia preferenziale e saltare le lunghe file dei malati di Alzheimer, persone colpite da una malattia nascosta, dagli esordi insidiosi, con i sintomi spesso scoperti quando la patologia è già in una fase avanzata. E quando il disagio ha già coinvolto totalmente anche le famiglie. Ci hanno messo più di un anno i carabinieri del Nas di Sassari a definire una indagine che - ieri mattina all’alba - ha portato all’arresto di Antonio Nieddu, 63 anni, medico, direttore del reparto di Geriatria del Policlinico Sassarese, convenzionato con l’Asl 1. Al professionista - che è anche responsabile dell’Unità di valutazione del reparto - è stata applicata la misura cautelare della detenzione domiciliare. Le accuse ipotizzate dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Corinna Carrara, sono: truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale, concussione, abuso d’ufficio, falso e frode in pubbliche forniture.

Insieme ad Antonio Nieddu, sarebbero coinvolti nelle indagini anche la segretaria del suo studio privato, un altro medico e il responsabile legale del Policlinico, Piero Bua.

L’indagine è cominciata nei primi mesi del 2013 e si è conclusa alla fine di agosto di quest’anno e avrebbe portato ad accertare una serie di condotte illegali da parte del medico arrestato. In particolare, secondo i militari del Nas - guidati dal luogotenente Gavino Soggia - il professionista avrebbe indotto i pazienti (molti dei quali malati di Alzheimer) a farsi visitare nel suo ambulatorio privato dietro pagamento di parcelle che mediamente erano di 150 euro a visita. Il tutto con la promessa di controlli più attenti e approfonditi e una serie di agevolazioni previste dall’esecuzione degli esami nel reparto da lui diretto «in modo del tutto autonomo e privato, in spregio delle regole proprie del sistema pubblico-convenzionato come le liste d’attesa».

Ma la gravità della situazione è testimoniata anche dal fatto che il geriatra - in qualità di responsabile dell’Unità di valutazione del reparto, deputata a definire collegialmente, con la partecipazione di medici di diverse specializzazioni, i piani terapeutici per i singoli malati di Alzheimer - con la complicità di altri, avrebbe falsificato i piani «redigendoli nel proprio studio privato e senza il coinvolgimento degli altri medici specialisti dell’Unità di valutazione». Anche per il rinnovo semestrale dei piani terapeutici, i pazienti avrebbero pagato il medico «per il suo interessamento».

Tra le contestazioni mosse nei confronti del primario del reparto di Geriatria, anche quella di interruzione di pubblico servizio: in modo del tutto arbitrario, infatti, avrebbe chiuso l’intero reparto ospedaliero da lui diretto, durante il mese di agosto, senza darne alcuna comunicazione agli organi competenti (a cominciare dalla Asl), creando così un gravissimo disservizio .

Nelle indagini - come è trapelato ieri - risultano coinvolti, oltre alla segretaria di Antonio Nieddu, anche un altro medico e il responsabile legale del Policlinico Sassarese.

E il dottor Piero Bua, in qualità di presidente della casa di cura privata, ha voluto chiarire la posizione della struttura.

«Il Policlinico Sassarese tiene a precisare la propria assoluta estraneità in merito ai fatti contestati. I ricoveri avvenivano e avvengono – ha detto – attraverso apposita impegnativa della Asl da parte del medico di famiglia, con allegata scheda di accesso ospedaliero. Dopo la dimissione del paziente, le cartelle cliniche vengono controllate per la quasi totalità dai medici Asl inviati presso la nostra struttura per la valutazione di congruità e appropriatezza. Si specifica inoltre che i ricoveri presso la casa di cura avvengono attraverso una procedura di accesso programmato, fatto salvo per il reparto di Ostetricia e Ginecologia, unico autorizzato ad effettuare ricoveri d'urgenza. Il Policlinico, infine, nel corso delle indagini ha collaborato appieno con i carabinieri del Nas».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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