La Nuova Sardegna

Sassari

A Bancali i primi 41bis, c’è anche Sandokan

di Gianni Bazzoni
A Bancali i primi 41bis, c’è anche Sandokan

Da ieri attivi tre bracci con sei detenuti, entro il mese saranno 92. Pili: «Atto violento del Governo»

10 giugno 2015
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SASSARI. Da ieri mattina la sezione speciale del carcere di Bancali, quella che ospita i detenuti sottoposti al regime del 41bis è ufficialmente aperta. Sei gli ospiti sistemati in tre bracci differenti e arrivati via Alghero dall’Aquila e da Cuneo con due voli speciali, scortati da una cinquantina di agenti del reparto Gom della polizia penitenziaria. Il nome più conosciuto è sicuramente quello di Francesco Schiavone, noto Sandokan: 62 anni, numero uno del clan dei Casalesi, da 14 sottoposto al carcere duro del 41bis. In una delle celle finora mai utilizzate è stato rinchiuso anche Ignazio Ribisi, 57 anni (di cui 36 trascorsi in carcere), da 18 mesi in regime di 41bis; appartiene alla famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro, considerato vicino a Bernardo Provenzano. Poi c’è Antonino Bellinvia, 61 anni (35 di carcere), uno dei principali riferimenti del clan di Barcellona Pozzo di Gotto. Non è di secondo piano anche Michele Mazzarella, 36 anni (16 trascorsi in carcere), è figlio del boss Vincenzo e ha sposato la figlia di «Loigino», padrino di Forcella. Tra i primi arrivati c’è anche Ciro Minichini, 42 anni «ras» di Ponticelli, accreditato di molteplici omicidi, ha già scontato 16 anni di carcere. Infine, Antonio Cangiano, 38 anni, affiliato al clan dei Casalesi: sotto la sua abitazione di Casal di Principe, nel 2011, era stato scoperto un bunker a tre metri di profondità.

La sezione speciale di Bancali è dunque operativa e entro fine mese sarà al completo con 92 presenze. Ieri pomeriggio il parlamentare sardo di «Unidos» Mauro Pili ha compiuto una ispezione nel carcere sassarese, proprio per verificare la situazione della sezione speciale dopo l’arrivo dei primi detenuti sottoposti al 41bis.

«Ho potuto parlare con ciascuno di loro», ha detto ieri sera Pili appena uscito dalla struttura di Bancali: poche ore prima aveva rilanciato sul suo profilo Facebook la notizia dell’arrivo dei detenuti.

«Chi mi ha colpito maggiormente è Ribisi – ha affermato il deputato – : appena sono entrato ha esclamato: “Lei è un politico, deve ascoltarmi e basta”. Ha spiegato che gli bloccano anche le lettere con le poesie per il figlio ma per tracciare l’inutilità del 41bis ha sottolineato che non avrebbe difficoltà comunque a commissionare omicidi dal carcere».

Breve anche il colloquio con Francesco Schiavone: «Mi auguro domani di non svegliarmi – ha commentato mentre parlava del suo futuro – ; mi auguro la morte così come i vivi si augurano la vita».

Mauro Pili non ha nascosto la sua contrarietà all’arrivo dei boss. «É un atto vigliacco del Governo nazionale – ha detto – perché nelle mozioni approvate nei giorni scorsi era stato chiesto da tutti di bloccare l’arrivo dei 41bis. Dopo una settimana, con una azione violenta è stato deciso di dare corso all’operazione su Sassari, senza alcuna azione preventiva sul territorio. Il problema, infatti, non è nel carcere, dove ci sono fior di professionisti, ma sta nel rischio di possibili infiltrazioni nel territorio».

Pili ha parlato anche del Centro clinico del carcere, «sprovvisto di attrezzature: se uno di questi detenuti sta male deve essere spostato nella struttura dei detenuti comuni che dovrà quindi essere bloccata, con inevitabili disagi».

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