La Nuova Sardegna

Sassari

L’abbraccio di Castelsardo a “Ferrante”

L’abbraccio di Castelsardo a “Ferrante”

Ieri i funerali del corallaro Piero Capula, deceduto nel mare di Capo Caccia mentre pescava l’oro rosso

03 luglio 2015
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CASTELSARDO. La chiesa della parrocchia di Santa Teresina Lu Bagnu, pur ampia e nuova, non ha potuto accogliere le centinaia di persone che, nel giorno forse più afoso dell’anno, sono accorsi per salutare Piero Capula, uno dei corallari più noti ed esperti dell’isola.

Nel giorno del suo sessantatreesimo compleanno, «come William Shakespeare» ricorda la figlia, dal fondo del mare che tanto amava è volato direttamente nell’aldilà lasciando le sue donne nel dolore, la moglie Pietrina e la figlia Bianca appena diciottenne. Il 29 giugno, giorno anche del suo onomastico, Ferrante, come lo chiamavano gli amici, ha effettuato un’immersione alla ricerca dell’oro rosso, a 5 miglia, nelle acque antistanti Capo Caccia, a 83 metri di profondità. Attorno alle 11, la sala operativa della Capitaneria di Porto di Alghero ha ricevuto la chiamata di allarme. Le ricerche hanno avuto esito anche grazie all’impiego di "Rov-Remotely Operated Vehicle", un dispositivo subacqueo teleguidato, vietato per la pesca ma consentito per le ispezioni di fondali ed il recupero da bordo. Il robot ha individuato il corpo di Piero a 104 metri di profondità.

Le cause della sciagura non sono ancora certe, la salma è stata immediatamente trasferita nel centro di medicina legale per la perizia necroscopica i cui esiti verranno resi noti fra qualche tempo. La cerimonia funebre è stata commovente e sentita. «Il mare non sarà la sua tomba – ha affermato Don Pietrino Usai – ma il ventre materno da cui rinascerà». La moglie Pietrina e la figlia Bianca hanno invece ringraziato tutti per l’affetto e la stima ricevuta in questi giorni e ricordato come Piero vedesse la sua fine come una bolla che, dal fondo del mare, arriva in superficie e sparisce . «Ti sbagliavi Piero – ha concluso Pietrina – non sei sparito ma vivrai in ognuno di noi».

Donatella Sini

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