La Nuova Sardegna

Sassari

Bilancio, le critiche dell’opposizione

Bilancio, le critiche dell’opposizione

Programmazione inesistente e nebulosa individuazione delle fonti di finanziamento

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PORTO TORRES. Solo i gruppi di opposizione hanno preso la parola durante il dibattito sul bilancio di previsione 2015 approvato a maggioranza da dodici consiglieri pentastellati. Una seduta consiliare dove ad illustrare il documento contabile sono stati i dirigenti del settore finanziario e tecnico, Francesco De Luca e Claudio Vinci, poi gli interventi dai banchi del consiglio sono arrivati esclusivamente dalla minoranza che ha votato contro il documento contabile. Ad accendere i fuochi è stato l’indipendente Davide Tellini, ex assessore nella giunta Scarpa, che ha ricordato proprio i suoi trascorsi per giudicare quanto presentato dall’amministrazione 5Stelle: «Abbiamo lasciato un bilancio dove avete trovato delle riscossioni da parte dei grandi gruppi industriali – ha detto –, che hanno permesso di mantenere i servizi, però non riesco a capire nel bilancio triennale da dove attingerete i fondi per combattere la dispersione scolastica e soprattutto il “must” dell’estate, rappresentato dal reddito di cittadinanza, che non è da confondere con i finanziamenti previsti per le estreme povertà». Per Luciano Mura del Pd bisognava presentare un bilancio che fosse realmente programmabile e di confronto: «Penso alla preoccupazione espressa dai revisori dei conti sugli anni 2016 e 2017, per i quali non ci sono ancora elementi (avvisi di accertamento) che ci facciano pensare alla presenza reale di quelle cifre sull’evasione Ici-Imu della grande industria». Ovvero 1milione e 913mila euro per il 2016 e 1milione e 953mila euro per il 2017. Per il sardista Ligas le «scelte le fa la politica e non i dirigenti, perché stiamo votando un documento presentato da loro». Per Alessandro Carta (Autonomia Popolare), che si è astenuto, «era lecito osservare che il nostro bilancio per i prossimi due anni si regge grazie ad entrate di natura straordinaria peraltro non certe». (g.m.)

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