La Nuova Sardegna

Sassari

«Giù le mani da Chirurgia pediatrica»

di Giovanni Bua
«Giù le mani da Chirurgia pediatrica»

I sindaci dell’Area vasta uniti. «Niente “scippi” fatti da Cagliari o Olbia, piccoli ospedali uniti in un presidio unico»

11 settembre 2015
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SASSARI. Giù le mani dalla chirurgia pediatrica, da quella toracica e della mammella. Hub sassarese di pari livello di quello cagliaritano, anche per preservare la quantità e soprattutto la qualità dei corsi di laurea e scuole di specializzazione universitaria e post universitaria. E ancora presidio unico con le strutture di Thiesi, Ittiri, Alghero e Ozieri, da classificare come ospedale di Primo livello. E stop ai pasticci con il Mater di Olbia, con cui il nordovest non vuole aprire una guerra, ma a cui non ha intenzione di cedere storiche specialità e vitali posti letto.

Il documento. Sono tre cartelle fitte quelle che ieri sera i sindaci dell’Area vasta hanno licenziato dopo l’ennesima, e ultima, riunione della conferenza territoriale socio-sanitaria dedicata al piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera. Un documento che ora sarà analizzato e approvato a stretto giro di posta da commissioni e consigli comunali, arricchito (si spera) dal confronto con i colleghi del nord est e infine consegnato all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru.

Area metropolitana. Una discussione già partita in diversi centri, e che da ieri mattina è “incardinata” anche nella commissione Sanità del Comune di Sassari, dove il sindaco Nicola Sanna ha iniziato a fissare i primi punti fermi delle rivendicazioni. «Senza alzare la voce – spiega il primo cittadino – perché diamo atto alla Regione di aver messo mano con coraggio a una riforma complessa, che tocca molti potentati, che cerca di tagliare enormi sacche di spreco e inefficienza. Questo non vuol dire però che, come d’altronde previsto dall’iter partecipativo scelto dall’assessore Arru, staremo a guardare o permetteremo di commettere errori gravi che mortifichino le eccellenze del nostro territorio. E non tengano conto del progetto di riordino generale del sistema sanitario regionale e in generale degli enti locali, con la nostra proposta di istituire un area metropolitana del Nord che condivida sanità, trasporti, gestione dell’acqua, energia».

Lo scippo. Nord unito insomma, per evitare il “colpo grosso” da parte di Cagliari. Ma occhi aperti anche per le concessioni che la Regione ha dovuto fare per far marciare il progetto Mater a Olbia. Uno su tutti: gli 11 posti letto di chirurgia pediatrica incredibilmente scippati a Sassari, ma anche la “breast unit” per la chirurgia della mammella, prevista nella neonata struttura gallurese invece che in città dove si fanno 260 interventi all’anno.

Mezza Sardegna. E se sulla chirurgia si annuncia guerra non saranno carezze nemmeno sugli altri due fronti aperti.

Il primo: «Gli hub di Sassari e Cagliari si spartiscono la regione per cui devono essere uguali. Ma, mentre Cagliari è completo – recita il documento – Sassari è menomato e ridotto anche di specializzazioni storicamente affermate, spesso sussidiarie tra di loro se non addirittura da allocare nello stesso stabile. Questo è incoerente, inaccettabile e danneggia oltre che i pazienti l’università, e il percorso didattico curricolare dei futuri medici, paramedici e infermieri». Quindi anche a Sassari ci devono essere (o devono rimanere) il secondo centro trauma di alta specializzazione, il “ciclo completo” della pediatria, la presenza di nefrologia e di chirurgia toracica.

Piccoli uniti. Poi il progetto di presidio unico per le strutture di Thiesi, Ittiri, Algheto e Ozieri. Ma anche un ospedale di comunità per le cure intermedie e la casa della salute per le cure primarie da prevedere anche a Sassari. «Magari – spiega Nicola Sanna – negli spazi liberi che si otterranno nel Santissima Annunziata dopo l’importante piano di accorpamento Asl-Aou e il conseguente progetto di ristrutturazione edilizia».

E ancora correttivi per la rete di Pronto soccorso per Goceano, Bassa valle del Coghinas e Meilogu, troppo lontani da un ospedale di I livello, e rapida attuazione di case della salute in Anglona e a Sorso-Sennori, di ospedali di comunità nel Meilogu e di poliambulatori a Porto Torres e Goceano.

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