Petizione per il G7 alla Maddalena
L’iniziativa dello storico dell’arte Chessa e della filantropa Anfossi
SASSARI. Ha preso il via ieri anche a Sassari la raccolta di firme per chiedere al governo di organizzare il prossimo G7, previsto per il 2017, a La Maddalena. «Un risarcimento per lo scempio provocato nel 2009 quando, proprio lì, erano stati investiti 400 milioni di euro per organizzare il summit internazionale, spostato poi nella città de L'Aquila». La petizione, promossa da un gruppo di attivisti capeggiati dallo storico dell'arte Alberto Chessa e dalla filantropa Paola Guerra Anfossi, direttrice della Scuola internazionale "Etica & Sicurezza" dell'Aquila, è stata avviata nel corso di un convegno, organizzato all'Università di Sassari, sui valori umani e sulle risorse della Sardegna e dell'Abruzzo.
«La nostra iniziativa - ha spiegato nel corso del proprio intervento la professoressa Guerra Anfossi - ha l'obiettivo di restituire a quest'isola l'omaggio fatto, sei anni fa, alla città dell’Aquila, investita da un violento terremoto che, come è noto, ha scosso la comunità nelle sue fondamenta. Ma ridare a La Maddalena il G7 vuol dire anche rispettare eticamente gli investimenti già fatti - 400 milioni di euro - che, al momento, rischiano un totale degrado».
«Dare nuova dignità a quelle strutture, 27 mila metri quadri di edifici, 90 mila metri di aree a terra e 110mila a mare, significa - ha continuato Anfossi - offrire alla Sardegna una ricaduta occupazionale e sociale che può essere valutata, a regime, intorno a diversi milioni di euro. Un risarcimento che l'isola merita e che metterebbe fine a una vera e propria ingiustizia».
Al convegno hanno partecipato anche il professor Franco Nuvoli, che ha analizzato le risorse della Sardegna e, in particolare, delle zone interne, il microbiologo Giuliano Chirra, e il sociologo Maurizio Fiasco, che ha coordinato una tavola rotonda sulla fede dei sardi e sul concetto di misericordia e perdono per garantire, appunto, etica e sicurezza.