la storia
La tormentata gestazione di una struttura mastodontica
SASSARI. La prima idea di orto botanico dell’università di Sassari risale al 1993 quando l’architetto Vanni Maciocco, incaricato dall’allora dipartimento di Botanica, presentò un progetto grazie al...
01 novembre 2015
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SASSARI. La prima idea di orto botanico dell’università di Sassari risale al 1993 quando l’architetto Vanni Maciocco, incaricato dall’allora dipartimento di Botanica, presentò un progetto grazie al quale l’ateneo ottenne un finanziamento di 60 miliardi di lire. Dopo varie difficoltà il progetto esecutivo venne presentato dalla Proger e la gara per i lavori fu vinta dalla Astaldi che consegnò una prima parte dei lavori nel 2000.
Da allora fino al 2008 la vita del polo bionauralistico ha conosciuto mille intoppi e peripezie fino a che si è arrivati al blocco totale per mancanza di fondi. Per lunghi anni la città ha dunque assistito disarmata al penoso spettacolo che può offrire un cantiere eterno. E ci sono state difficoltà di tutti i tipi, compresa l’ispezione ministeriale che ha passato ai raggi X la spendita dei danari in capo all’università gettando ombre sugli incarichi dei consulenti e sullo stesso lavoro dell’ufficio tecnico riguardo alla progettazione e alla realizzazione del polo. Tutti quesiti su cui in seguito l’università ha saputo dare risposte esaustive tanto che anche il fascicolo aperto sul fronte penale fino ad oggi non ha conosciuto ulteriori sviluppi.
Ma nel frattempo sono passati gli anni e soltanto pochi giorni fa l’università ha potuto affidare i lavori alla ditta vincitrice della gara d’appalto per un importo complessivo di 27 milioni di euro. Di questi 18 milioni sono di provenienza europea come ex fondi Fas, gli altri 9 milioni sono invece stati messi a disposizione dall’ateneo che ha voluto credere in un progetto secondo alcuni fuori scala per la città di Sassari ma che potrebbe potenzialmente arricchire, l’offerta formativa. (g.g.)
