La Nuova Sardegna

Sassari

Anniversario dell’ateneo pensando ai fatti di Parigi

di Antonio Meloni
Anniversario dell’ateneo pensando ai fatti di Parigi

Presentato il programma per festeggiare i 454 anni dell’università turritana Il rettore Massimo Carpinelli: «La nostra è un’istituzione in forte crescita»

29 novembre 2015
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SASSARI. Le candeline sulla torta sono tante e per spegnerle tutte il rettore Massimo Carpinelli dovrà dare un bel colpo di fiato. Ma non sarà solo: a dargli manforte ci sarà anche Massimo Bray, direttore generale dell’Istituto Enciclopedia italiana Treccani, ospite d’onore della cerimonia inaugurale del 454° anno accademico dell’Università. I dettagli della manifestazione, in programma il prossimo 3 dicembre alle 11 nell’aula magna di piazza Università, sono stati illustrati ieri dallo stesso rettore Carpinelli affiancato dal prorettore Luca Deidda e dal direttore amministrativo Guido Croci. La ricorrenza cade in un momento delicato, all’indomani del grave attentato che ha colpito la Francia e al quale le università e le istituzioni accademiche europee hanno deciso di rispondere con la forza potente della conoscenza. L’apertura dell’anno accademico, dunque, si carica di una valenza importante come risposta culturale alla recente recrudescenza dell’odio e dell’intolleranza. Le istituzioni cittadine lo faranno con il consueto slancio consapevoli del fatto che la forza buona delle idee, alla fine, prevarrà su quella bruta della violenza. L’incontro con la stampa, ieri, nella sala Milella del Rettorato, ha offerto anche l’occasione per fare il punto a un anno dall’inizio del mandato di Massimo Carpinelli come rettore dell’ateneo turritano.

Un bilancio decisamente positivo, a cominciare dall’incremento degli iscritti al primo anno che ha fatto registrare un 10 per cento in più rispetto al passato anno accademico. «Una controtendenza importante – ha rimarcato il rettore – a maggior ragione se si considera il fatto che la media delle università del Sud d’Italia su questo fronte è costretta a segnare il passo». Nell’ultimo periodo l’Università di Sassari si è aperta alla città con una serie di iniziative molto apprezzate, a cominciare dalla cerimonia pubblica della consegna delle pergamene che ha visto una partecipazione numerosa e sentita in piazza d’Italia. Procede spedito anche il programma Unisco pensato per agevolare l’inserimento all’Università degli studenti superiori aprendo la partecipazione alle lezioni assieme ai colleghi più grandi.

Sul versante accademico, c’è da segnalare la pubblicazione, sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, dei risultati dell’indagine realizzata dal genetista Francesco Cucca sulla longevità in Ogliastra. Certo, nessuno nega delle difficoltà legate alla revisione della spesa, ma il rettore ha tenuto a precisare che l’Università prosegue senza sosta la missione culturale propria dell’accademia. Lo fa senza retorica quando snocciola dati importanti: 84 milioni di euro già stanziati per l’edilizia universitaria che andranno a potenziare i tredici dipartimenti. Tredicimila studenti che con quelli dell’alta formazione salgono a 15 mila, per non dire del programma Erasmus. Un corpo di 600 docenti strutturati che salgono a mille se si sommano assegnisti e ricercatori.

A chi gli chiede se abbia ancora senso, oggi, in una realtà come la Sardegna, tenere in piedi due università, Massimo Carpinelli risponde senza esitazione e in maniere inequivocabile: «Non scherziamo, la cultura non si decide a tavolino perché il valore e il ruolo di un’istituzione antica sono assolutamente incalcolabili, al massimo possiamo ragionare sul coordinamento regionale dell’offerta, ma su questo fronte stiamo lavorando con Cagliari già da tempo».

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