Aeroporto, chiamata a tutte le imprese
Il Fondo per il sostegno allo scalo di Alghero, dopo l’annunciato addio di Ryanair, trova voci favorevoli e nuove adesioni
SASSARI. Ci vuole un’impresa. Anzi: servono tutte, le imprese. La notizia che non ci sono offerte per Sogeaal conferma la delicatezza del momento e attribuisce all’azione messa in campo da Confcommercio nei giorni scorsi un valore strategico enorme. Non una semplice colletta, e neanche la pretesa di poter far cambiare idea a Ryanair così, su due piedi. Non da sola, per lo meno.
L’operazione ha uno scopo preciso, di lunga durata, che nasce in circostanze straordinarie e vorrebbe essere utile di fronte all’emergenza prodotta dalla scelta della società irlandese, leader continentale del low cost, di ridurre ai minimi termini il viavai dei suoi aerei dai cieli della Sardegna, e dal “Riviera del corallo” in particolare.
L’iniziativa, messa in campo nel tempo sufficiente a malapena per pensarci una volta, guarda lontano. L’operazione ha anche un nome: si chiama “Costituzione di un Fondo per il sostegno al traffico aereo sullo scalo Riviera del corallo”. Anche uno prudente come il direttore generale di Sogeaal, Mario Peralda, la vede bene. «È una buona notizia», si limita a dire. Per chi lo conosce significa tantissimo.
Al momento il Fondo è l’unica risposta concreta e decisa allo stallo che si è creato ai gate di Nuraghe Biancu. Porta la firma di albergatori e altri operatori del sistema ricettivo territoriale. Ma i settori che si uniscono sono ogni giorno di più.
Nell’anno del boom di presenze, del rilancio dopo un’agonia settennale, il territorio si rianima e riprende a parlare di sviluppo turistico, ma all’improvviso si trova sprovvisto della risorsa principale: i turisti. Ryanair batte in ritirata e tutti scoprono che non c’è un piano B.
La storia è più o meno questa: la Regione, che vorrebbe privatizzare l’aeroporto, non finanzia alcuna iniziativa destinata a favorire la crescita del traffico aereo per evitare di commettere infrazioni come quelle, è il timore, che potrebbero essere state compiute nel passato recente e che potrebbero costare alla Sogeaal un mucchio di soldi.
La decisione e la sua spiegazione, al netto di qualsiasi valutazione politica, spaventano gli investitori – ai quali Sogeaal non sembra più un buon affare – e inducono Ryanair a preparare l’addio in due o tre tempi. Il primo passo del low cost irlandese è la riduzione drastica dei voli e il dimezzamento della propria presenza ad Alghero. Chi vive di turismo si rimbocca le maniche. Nasce così il Fondo. Straordinario, lo chiamano, perché ambisce a dare un segnale a Ryanair: un milione di euro entro il 15 gennaio prossimo. Un segnale, appunto, mentre qualcuno continua a lavorare nell’ombra perché possa ancora essere scongiurato il “piano Ryanair” di addio per la prossima estate. «Per ora hanno solo sospeso le prenotazioni», fanno notare gli esperti.
Niente è perduto, insomma, ma servono risposte. In cinque giorni il sistema delle imprese ha già dato la sua. Confcommercio è l’epicentro di un terremoto che sta coinvolgendo tutti. Ristoratori, commercianti, grande distribuzione, intrattenimento, cultura, agricoltura, zootecnia, enologia. Il diritto alla mobilità e, soprattutto, la garanzia di flussi turistici maggiori, sono una necessità di cui tutti hanno acquisito consapevolezza. E se questo diritto a muoversi da e per l’isola venisse perso, le conseguenze sarabbero devastanti.
Le adesioni al Fondo, almeno sul piano delle intenzioni, crescono di giorno in giorno. Per gli ideatori, a iniziare da Federalberghi Confcommercio e dalle sigle del comparto ricettivo alberghiero ed extra-alberghiero, è un primo successo. Ma il bello viene solo ora.