La Nuova Sardegna

Sassari

Botti vietati a Sassari, ma per strada la vendita è libera

di Luca Fiori
Botti vietati a Sassari, ma per strada la vendita è libera

A Predda Niedda spuntano i banchetti nonostante l’ordinanza del Comune ne impedisca l’utilizzo

30 dicembre 2015
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SASSARI. Vietati per ordinanza, eppure in bella mostra sui banchetti, spuntati come funghi a Predda Niedda, e tra gli scaffali degli “ipermercati cinesi” di mezza città. A usarli si rischia un’ammenda fino a 500 euro, ma per recuperare un bel carico di fontane luminose dai nomi più bizzarri e qualche petardone colorato non bisogna faticare più di tanto.

Tra viale Porto Torres e le strade che portano da Auchan, nell’ultima settimana sono comparsi cinque o sei banchetti carichi di “emozioni”. Botti e fontanelle per le quali la vendita è libera, ma l’utilizzo è assolutamente bandito in città fino al giorno dell’Epifania. L’ordinanza firmata dal sindaco qualche giorno fa impedisce infatti «su tutto il territorio comunale, nei luoghi pubblici e aperti al pubblico, in modo assoluto l’accensione e i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, mortaretti e altri artifici pirotecnici dal 7 dicembre scorso alla mezzanotte del 6 gennaio».

«Quest’ordinanza ci ha tagliato le gambe - si lamenta da dietro la bancarella uno dei venditori di petardi - tutto ciò che è esposto qui è tutto assolutamente legale e non è affatto pericoloso. La gente è infastidita da questo divieto - aggiunge - e anzi molti ci chiedono se nascosti nel furgone abbiamo anche i botti più pesanti. Noi siamo in regola - aggiunge l’ambulante - abbiamo la licenza e siamo stati già controllati più volte dai vigili e da tutte le forze dell’ordine e non hanno trovato niente di illegale. Nonostante questo veniamo guardati con sospetto - conclude - e la colpa è di un’ordinanza che non fa distinzione tra i fuochi d’artificio, per i quali è necessario avere il porto darmi, e le fontanelle luminose che possono usare anche i bambini».

Il “reparto petardi” in questi giorni non manca neanche negli grandi magazzini gestiti dai cinesi, pronti sempre ad adattarsi tempestivamente alle richieste del mercato. E tra gli scaffali degli ipermercati con le lampade rosse all’ingresso le confezioni e gli incartamenti dei botti sono ancora più grandi e colorati e con nomi da brividi. Le etichette sono in italiano e nella maggior parte è riportata la dicitura: “vietata la vendita ai minori di 18 anni”. Ma ci sarà veramente qualcuno che controlla che non finiscano nelle mani di qualche ragazzino? I giorni scorsi i militari della guardia di finanza, guidati dal tenente colonnello Marco Sebastiani, hanno effettuato una serie di controlli preventivi nei bazar di mezza città. Di botti illegali neanche l’ombra, in compenso nella rete delle Fiamme Gialle sono finiti 2500 giochi e circa 1000 luminarie e oggetti elettrici non a norma. Anche quelli potenzialmente pericolosi.

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