La Nuova Sardegna

Sassari

CRISI DEL TERRITORIO

Psd’Az: «Basta proclami è giunta l’ora di agire»

 Psd’Az: «Basta proclami è giunta l’ora di agire»

SASSARI. La crisi del nord Sardegna e l’attività della giunta regionale, considerata lontana dai problemi e capace solo di agire con proclami. Duro attacco della segreteria provinciale del Psd’Az che...

04 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La crisi del nord Sardegna e l’attività della giunta regionale, considerata lontana dai problemi e capace solo di agire con proclami. Duro attacco della segreteria provinciale del Psd’Az che affronta i temi scottanti della grave situazione del territorio e la questione dell’area vasta del Sassarese.

«Nonostante i reiterati proclami della giunta regionale – afferma il neo segretario provinciale Pietro Madeddu – , le inaugurazioni farsa del "treno veloce", le sparate sulla sanità e le false riforme istituzionali, il nord della Sardegna continua a vivere una crisi stagnante che sembra non avere fine».

Traccia un quadro a tinte fosche la segreteria sardista: «Nel frattempo l'Eni disattende le intese sulla chimica verde, che pure erano intercorse con le massime istituzioni statali, regionale e locali; E.On è andata via dopo aver curato solo i propri interessi, a discapito degli accordi di programma a suo tempo stipulati con amministrazioni e forze sociali; e chi gli è subentrato, ad oggi, sembra continuare sulla stessa falsa riga; il percorso di bonifica delle aree Syndial si è arenato tra i meandri della burocrazia italiana; le infrastrutture viarie di collegamento tra gli aeroporti di Alghero e Olbia sono ferme al palo o viaggiano a "scartamento ridotto"».

Il Psd’Az denuncia «l'indifferenza e l'inerzia della giunta regionale dei professori e la subalternità nei confronti del Governo italiano».

Secondo i Quattro Mori della provincia di Sassari, per risollevare le sorti del territorio «non sono sufficienti le sterili rivendicazioni sull'istituzione di un’Area metropolitana, ma occorrono proposte percorribili, frutto dell'unità d'intenti dei governi delle nostre città».

E la protesta contro il Cagliari-centrismo ha senso – sottolinea il segretario Pitro Madeddu – solo se la si riempie di contenuti economici, demografici e sociali, oltre che di scelte politiche e progettuali di area vasta che provengono dal basso. «Non è più concepibile che si apra una discussione su quello che, ci propinano le multinazionali di turno e lo stesso governo nazionale, siano essi progetti di inceneritori, razzi Vega, modelli di bonifica o produzioni energetiche».

Uno strumento serio di pianificazione territoriale, moderno e condiviso, quindi, che contenga «le linee guida di uno sviluppo armonico e ambientalmente compatibile».

Si tratta di verificare lo stato di attuazione dei progetti, attualizzare quelli fattibili, come ad esempio il polo metanifero, «per poi concordare su poche, ma significative, scelte progettuali che siano di esclusivo interesse per le nostre comunità. Se il territorio del Sassarese vuole darsi un connotazione metropolitana, può farlo istituendo da subito una Consulta dei comuni dell'area vasta».

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative