La Nuova Sardegna

Sassari

Anziana rapinata, in cella lo scippatore

di Luca Fiori
Anziana rapinata, in cella lo scippatore

Arrestato un giovane di 22 anni incensurato: era braccato dalla polizia e minacciato di morte su un gruppo whatsapp

28 gennaio 2016
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SASSARI. Braccato dalla polizia e minacciato di morte su un gruppo whatsapp. Dopo il colpo messo a segno venerdì scorso all’ora di pranzo, ai danni di una pensionata di 79 anni che stava rincasando al Corso con i sacchetti della spesa, Antonio Usai, 22 anni, operaio sassarese incensurato, attualmente in cerca di occupazione, ha vissuto per quattro giorni nel terrore.

La resa grazie al padre. La sua fuga è finita martedì all’ora di pranzo in un podere tra San Giovanni e La Crucca, alla periferia della città. È lì che si era nascosto per il timore di finire in manette e il terrore che alcuni conoscenti, che lo stavano minacciando su un gruppo whatsapp per la gravità del suo gesto, potessero rintracciarlo. È stato il padre a fare da tramite tra gli investigatori della Mobile, guidati da Bibiana Pala, e il figlio ventiduenne. Le immagini del suo volto, catturato dalle telecamere di un sistema di videosorveglianza pochi istanti prima della rapina e diffuse dalla Nuova Sardegna lunedì sul sito internet e martedì sull’edizione cartacea del giornale, avevano raggiunto migliaia di persone e in tanti lo avevano riconosciuto. Sono state decine le segnalazioni giunte agli investigatori dopo la pubblicazione del video in cui si vede chiaramente il giovane che a volto scoperto segue l’anziana vittima e poi le strappa la borsetta con violenza, facendola volare da una parte all’altra del Corso.

Incastrato dalle telecamere. A lui gli agenti della squadra mobile sono arrivati anche grazie al riconoscimento fatto da un poliziotto che vive non lontano dall’abitazione di Antonio Usai, a Carbonazzi. I video sequestrati dalla polizia subito dopo la rapina erano stati mostrati infatti a gran parte del personale della questura. Il resto lo hanno fatto le 60mila visualizzazioni sul sito del giornale. Subito dopo il colpo gli investigatori della seconda e della quarta sezione della Mobile, guidate rispettivamente dall’ispettore Pasqualino Usai e dal sostituto commissario Roberto Piliu, avevano visionato con cura le immagini della brutale aggressione, ma fino a due giorni fa Antonio Usai era per loro uno sconosciuto. Il giovane è infatti incensurato e il suo volto non compariva tra quelli delle persone che hanno avuto guai con la giustizia. Lunedì notte la svolta. Il nome di Antonio Usai finisce nel registro degli indagati. Il sostituto procuratore Mario Leo firma l’ordine di arresto. All’alba di martedì gli agenti della Mobile vanno a cercarlo a casa, ma il giovane non c’è. Ai genitori crolla il mondo addosso, ma sono brave persone e decidono di collaborare con la giustizia.

L’arresto in campagna. Il padre lo rintraccia al telefono e poi lo raggiunge nel podere dove poco dopo arrivano anche due investigatori della squadra mobile. Ci vuole poco a convincerlo che la latitanza è finita. In questura a fine mattinata racconta tutto e ammette le sue responsabilità. Poco dopo per lui si aprono le porte del carcere di Bancali. L’accusa è di rapina aggravata e lesioni. «Dovevo pagare un grosso debito a gente di cui ho paura - racconta agli agenti - e ho fatto questa fesseria». Il padre consegna agli agenti il giubbotto, i jeans e gli scarponcini usati dal figlio durante il colpo e prima di rientrare a casa esprime il desiderio di poter chiedere scusa alla vittima dello scippo. Vittima che Antonio Usai aveva scelto con cura. Nelle immagini sequestrate dagli inquirenti si nota il giovane presente sul luogo della rapina almeno mezz’ora prima. Tra le 13.29 e le 13.41, non sapendo di essere inquadrato dalle telecamere, il giovane tenta goffamente di avvicinarsi a due potenziali vittime, ma in entrambi i casi i suoi movimenti maldestri lo costringono a rinunciare. Alle 13.54 entra in azione e un minuto dopo è già in fuga con la borsetta della povera pensionata, strattonata e fatta volare davanti al portone di casa. Una violenza inaudita che alcuni conoscenti che lo avevano aggiunto in un gruppo whatsapp - dopo aver visto il video dello scippo - volevano fargli pagare. Stamattina, difeso dall’avvocato Antonello Fancellu, comparirà davanti al gip Marco Contu per l’udienza di convalida del fermo.

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