Vertenza Simind, occupazione a oltranza
Continua il blocco ai cancelli: i lavoratori chiedono garanzie sugli stipendi arretrati e sul loro futuro
PORTO TORRES. I 94 operai della Simind hanno continuato anche ieri il blocco ai cancelli delle due portinerie dell’ex Petrolchimico, facendo capire con i fatti che non gradivano l’intesa sottoscritta nel verbale tra sindacati e aziende Eni per erogare un importo netto di 1300 euro a ciascuno di essi. Nell’attesa, inoltre, del conguaglio dovuto a ciascun lavoratore, che verrà definito nel percorso già avviato dai legali. «Abbiamo ricevuto informazioni contraddittorie – hanno detto alcuni operai – in merito ai contratti predisposti dall’azienda subentrante, la Icom: ancora non sappiamo niente dei nostri soldi, che rimangono la priorità per quanto chiesto, e stiamo aspettando risposte positive che tardano ad arrivare». Nel blocco di ieri è stato anche ritardato di due ore l’ingresso dei turnisti, garantendo comunque il presidio degli impianti. La vicenda del ritardo dei pagamenti ha spinto il segretario generale Femca-Cisl di Sassari, Luca Velluto, a scrivere una lettera all’Organismo di vigilanza di Eni, portando all’attenzione la situazione degli appalti di manutenzione Versalis e Syndial nell’area industriale di Porto Torres. «Nell’ultimo anno in maniera frequente subiamo il blocco totale dei cancelli con impedimento all’ingresso dei dipendenti – scrive Velluto –, perché i lavoratori dell’indotto, a rotazione per ogni azienda, subiscono il mancato pagamento degli emolumenti e in secondo luogo un calo delle maestranze nel cambio di appalto da un azienda ad un'altra». Il segretario Cisl vuole capire il perché le nuove aziende che subentrano sistematicamente non sono in condizione di pagare gli stipendi, e addirittura alcune vincono la gara d’appalto e il giorno dopo vanno in fallimento. «Quali azioni pone Eni per evitare che queste cose non accadano? Quali controlli fa Eni sui ribassi enormi che ci sono nelle gare d’appalto per vincere la gara stessa?». Interrogativi per ora senza alcuna risposta, ma nel frattempo le situazioni di disagio che vivono le famiglie degli operai dell’indotto proseguono creando tensioni. «Quella che si è venuta a creare in stabilimento è una situazione molto delicata che va affrontata con intelligenza e con trasparenza – dice il segretario Uiltec-Uil Giovanni Tavera –, tutelando quelli che sono i diritti dei lavoratori e i loro posti di lavoro. Ovviamente è doveroso sottolineare che questa è solo la punta di un iceberg che nasconde una situazione ancora più critica - soprattutto dopo le dichiarazioni di Eni di voler cedere quote di Versalis e di voler annullare gli investimenti della chimica verde di Matrica -, e questi ultimi eventi non potranno altro che portare a un inasprimento delle tensioni nel territorio». (g.m.)