La Nuova Sardegna

Sassari

Il padiglione Tavolara resta ancora un cantiere

di Paoletta Farina
Il padiglione Tavolara resta ancora un cantiere

Manca l’allestimento affidato dalla Regione alla casa editrice nuorese Ilisso Tre anni fa si erano conclusi i lavori di restauro per realizzare un museo

11 marzo 2016
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SASSARI. Nel maggio del 2013 la trionfale inaugurazione, con l’allora presidente della Regione Ugo Cappellacci, assessore alla Cultura Sergio Milia, che aveva impresso un svolta all’avvio dei lavori di restauro, programmati fin dal 2008. Tutto sembrava pronto, o almeno quasi, per riaprire il padiglione ex Isola di proprietà della Regione, e intitolato a Eugenio Tavolara, sotto la nuova veste di Museo dell’artigianato e del design. Ma sono passati tre anni e ci si è impantanati nell’allestimento degli ampi e bellissimi spazi, esempio di un’architettura moderna che a Sassari non ha avuto uguali. Allestimento di cui si sta occupando l’Ilisso, società editrice nuorese, che ha vinto l’appalto bandito quando a Cagliari è arrivato il presidente Francesco Pigliaru. Così il padiglione resta ancora chiuso e sembra di capire che non avverrà in tempi vicini il giorno in cui alle porte verranno tolti i lucchetti.

Probabilmente sarebbero bastati pochi mesi, ma no, ecco che i soldi prima stanziati ad hoc, 89 mila euro, non erano più sufficienti. Concluso il risanamento dell’edificio, affidato alla impresa At & T srl, e costato oltre due milioni di euro, per l’esattezza 2 milioni 232mila con qualche imprevisto che ha fatto lievitare la spesa, è ancora in corso, fanno sapere dall’assessorato regionale alla Cultura guidato da Claudia Firino, «la progettazione degli allestimenti e il recupero e la valorizzazione del patrimonio ex Isola», per ora custodito in un deposito alla periferia cittadina e, a quanto se ne sa, già catologato.

Perchè il tempo passa? «La complessità del progetto di allestimento e l’esigenza di valorizzare l’immenso patrimonio dell’ex Isola, destinato non solo al Museo Tavolara, nonché una definizione più puntuale della forma di gestione e la redazione del piano di comunicazione, hanno determinano la necessità di un ulteriore finanziamento, pari a circa 2 milioni di euro, attraverso la riprogrammazione delle economie dell’intervento SarBF-01a. dell’ Accordo di Programma Quadro in materia di Beni Culturali». Così, ha deliberato la giunta regionale il 29 dicembre 2015. Ritornando indietro, a settembre del 2013 il Servizio Beni Culturali ha avviato la procedura ristretta per l’affidamento del lavoro. Un mese dopo, la procedura di selezione secondo l’offerta economicamente più vantaggiosa che nel mese di aprile del 2014 si aggiudica in via definitiva la Società Ilisso Edizioni Srl e che risponde anche alla richiesta della Regione di mettere in campo una serie di competenze: serve un esperto di storia dell’Arte dell’Ottocento e Novecento sardi, uno di storia della sardegna, un altro in materie “demoetnoantropologiche”, ancora di artigianato artistico sardo, di catalogazione, di restauro di beni culturali, ma anche un museografo, un architetto interior design, proseguendo con l’economista l’esperto in marketing e promozione e quello in prodotti multimediali.

L’attesa, quindi, continua, per un importante luogo di cultura che la città aspetta gli venga restituito. Chi lo gestirà, però, è ancora da vedere, come affermano alla stessa Regione. Il Comune si era candidato, ma avrà bisogno di soldi, che al momento sono a zeroiper il settore cultura.

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