«La nostra Corte d’appello non si tocca»
All’incontro convocato dall’Ordine forense, professionisti e amministratori contro la bozza Vietti: annunciate iniziative
SASSARI. Le assicurazioni che periodicamente arrivano, anche da una voce autorevole come quella del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, non convincono nessuno. Resta altissima la guardia sulla sezione distaccata della Corte d’appello a rischio di essere accorpata a Cagliari. Quindi prosegue lo stato di agitazione degli avvocati, indetto il 4 marzo, e Sassari e tutto il Nord Sardegna farà ancora una volta sentire la sua voce con un documento sottoscritto da tutti gli ordini professionali e dalle associazioni di imprese. La nuova chiamata alle armi, ieri mattina, dove alla Camera di commercio, l’Ordine forense ha invitato amministratori locali, magistrati (era presente il presidente del tribunale Pietro Fanile), parlamentari (assenti, però per impegni), professionisti e loro rappresentanti per un nuovo esame della bozza di delega della commissione Vietti. Che riscrive la geografia giudiziaria del Paese, mettendo in forse la sopravvivenza della corte d’appello sassarese, conquistata dopo una battaglia ventennale e dalla presenza della quale, è stato detto, non si può tornare indietro «perché in nome di una presunta razionalizzazione della spesa e di una maggiore efficienza del sistema si ritornerebbe invece a quel pendolarismo giudiziario, con aggravio di costi per il cittadino che poi significa in sintesi negare l’esigenza di giustizia», ha sottolineato con forza il presidente dell’Ordine forense, Mariano Mameli.
La bozza Vietti anche nella sua seconda versione al momento dice e non dice sul futuro pensato per Sassari , Olbia, Tempio e Nuoro, e la paura è che proprio in quelle larghe maglie di attuale incertezza riesca a infilarsi una riforma che per la metà della Sardegna sarebbe una vera sciagura. Duri gli interventi del sindaco della Maddalena, Luca Montella, e di quello di Nuoro, Andrea Soddu, entrambi avvocati, che hanno parlato di democrazia lesa e di un taglio alla spesa spese in un campo, quello della giustizia, dove sprechi non se ne sono mai visti. Durissimo quello di Elias Vacca, legale ed ex parlamentare, che ha invitato, in sostanza a non farsi prendere in giro da false assicurazioni sul mantenimento dell’ufficio giudiziario di secondo grado. «Il discorso è aperto, sono queste le notizie che ni giungono da Roma e perciò dobbiamo tenere altissima la vigilanza, ampliare il coinvolgimento anche ai cittadini». E il collega Giuseppe Bassu ha avvertito: «L’ultima bozza Vietti chiede una delega più ampia della precedente per il governo, allo scopo di arrivare a una ristrutturazione completa del sistema giudiziario». Perciò l’invito di Mario Bruno, sindaco di Alghero: «Restiamo uniti e reagiamo».
Gavino Sini, presidente della Camera di commercio, ha evidenziato come anche la riforma giudiziaria sia frutto di un disegno di accentramento, passati gli anni del federalismo secondo logiche di spending review che però finora hanno portato solo all’aumento del deficit pubblico. Andrea Sarria, presidente della Consulta degli Ordini professionali ha a sua volt a data la disponibilità per un’azione comune e per evitare l’accentramento di tutte le competenze su Cagliari. Ll’assessore Amalia Cherchi, in rappresentanza del sindaco Nicola Sanna, ha avuto parole di ottimismo, pur nella convinzione che bisogna vigilare. Alla fine l’invito a reagire contro le politiche statali di chiusura di enti ed uffici è arrivato dal preside del Dipartimento di Giurisprudenza, Gian Paolo Demuro: «Ci apprestiamo ad attivare due nuovi corsi di psicologia e cooperazione internazionale. Anche questa è una risposta per dimostrare che crediamo nel futuro della nostra università e del nostro territorio».