La Nuova Sardegna

Sassari

Ciclabile, il Comune di Sassari al bivio tra la rivolta e il tribunale

di Luigi Soriga
Ciclabile, il Comune di Sassari al bivio tra la rivolta e il tribunale

Il caso di viale Dante: la ditta teme retromarce dell’ente e si prepara al ricorso. I vigili: «L’impresa non poteva aprire il cantiere, lo dice il Codice della strada»

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SASSARI. L’amministrazione comunale, sul cantiere di viale Dante, cerca di buttare acqua sul fuoco, ma la pista ciclabile sembra inevitabilmente proiettata verso la direzione di futuri contenziosi legali. L’apertura del cantiere da parte della ditta appaltatrice, anche senza aver ottenuto dal Comune l’assenso per la manomissione del suolo pubblico, equivale a una bandierina piantata sul proprio orticello. Un mettere le mani avanti nel caso di eventuali retromarce da parte dell’amministrazione.

Il fatto che viale Dante politicamente sia un terreno minato, ormai è chiaro a tutti. E l’impresa Malacrida srl ha voluto in qualche modo marcare il territorio. Della serie: il capitolato prevede anche viale Dante, abbiamo vinto la gara d’appalto, abbiamo la consegna dei lavori, abbiamo provato ad avviare le opere e voi ce lo avete impedito. In caso di ricorsi, queste sono carte che potrebbero essere giocate al momento opportuno. «Non abbiamo alcuna intenzione di alimentare una polemica attraverso gli organi di informazione – si limita a dichiarare l’assessore alla Mobilità Antonio Piu – ma la ditta che nei giorni scorsi ha avviato i lavori in viale Dante, senza l'autorizzazione di inizio lavori, ha trasmesso un'immagine negativa dell'operato dell'amministrazione comunale. La invitiamo a occuparsi del completamento delle opere a lei affidate e a non curarsi delle questioni politiche, per affrontare le quali noi siamo sicuramente meglio attrezzati».

E prosegue: «Per quanto riguarda viale Dante, l'amministrazione assumerà la decisione apposita, chiedendo che la ditta completi prima le opere a lei affidate, ricordando che i lavori dovevano essere conclusi entro il 12 maggio 2016, nuova data fissata con l'approvazione della variante che ha concesso 120 giorni di proroga rispetto alla scadenza originaria del contratto, fissata prima per il 12 gennaio 2016. I ritardi non sono certo imputabili all'amministrazione comunale».

Però poi evita di entrare nel merito della diatriba. Infatti il responsabile commerciale Pierluigi Malacrida, ha invece dichiarato di aver concluso tutti i lavori previsti dall’appalto, tranne appunto viale Dante. E ha preannunciato di impugnare la sanzione di 800 euro comminata dai vigili urbani: «Non avevamo bisogno di ulteriori autorizzazioni per la monomissione del suolo pubblico – dice – sono sufficienti il contratto di appalto e l’affidamento dei lavori». Il comandante dei vigili urbani Gianni Serra invece spiega la regolarità del provvedimento: «L’esecuzioni di lavori e l’apertura di cantieri stradali necessita imprescindibilmente di un titolo autorizzativo. Che noi abbiamo chiesto alla ditta, e che lei non è stata in grado di esibire. È il codice della strada stesso a imporre l’autorizzazione da parte dei Comuni. E l’autorizzazione, a differenza di un contratto di appalto e di consegna lavori (che sono atti propedeutici al rilascio dei nullaosta), impone tutte le prescrizioni necessarie per garantire la sicurezza stradale. Non può essere un contratto di appalto o l’atto di consegna dei lavori a legittimare la sicurezza di un cantiere».

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