La Nuova Sardegna

Sassari

L’intimità richiede tempo e non impegno virtuale

Non dedichiamo più il giusto tempo all'intimità. Stiamo perdendo l'intimità. Berne, psicologo americano, sosteneva che strutturare il tempo dei contatti sociali sia un bisogno specifico dell'essere...

22 ottobre 2016
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Non dedichiamo più il giusto tempo all'intimità. Stiamo perdendo l'intimità. Berne, psicologo americano, sosteneva che strutturare il tempo dei contatti sociali sia un bisogno specifico dell'essere umano. Per lui esistono differenti modalità in cui si può passare il tempo in relazione all'altro definiti dal diverso livello di coinvolgimento emotivo espresso nella relazione.

I livelli sono: isolamento (evitamento della relazione); rituali (interazioni regolate da norme sociali, tipo "Ciao, come stai?" di cui spesso non si ascolta neppure la risposta!); passatempi (sempre norme condivise, con qualche variazione in più, ad esempio qualche generalizzazione, mentre si é in fila alle poste, sull'Italia che non funziona); attività (gli individui coinvolti sono impegnati in attività comuni, esempio al lavoro); giochi (relazioni molto coinvolgenti, ma non di crescita; sono ripetitivi e spesso portano a litigi e ripicche); infine l'intimità. L'intimità costituisce il livello più profondo di relazione, in cui esperienze, pensieri, emozioni vengono scambiati in modo autentico. Il coinvolgimento in questo tipo di relazioni è molto alto e quindi sono molto soddisfacenti, ma anche complesse. Per questo sono le meno frequenti e spesso vi si rinuncia fermandosi ad un livello precedente. A volersi male,... a che livello siete nel vostro matrimonio?

L'intimità richiede dunque tempo e non uno spazietto nella nostra vita di incastri che invece la trasforma in una ricerca dell'esperienza forte e veloce: ci inorridiamo dei bambini siriani che vivono in guerra e degli animali maltrattati, poi spegniamo il cellulare e ci scordiamo tutto immediatamente. Senza tempo per l'intimità. Conosciuta una persona possiamo indagare sulla sua vita personale sui social, perdendo il tempo (e il piacere) della scoperta diretta. Rischiamo dunque di vivere in un Grande Fratello orwelliano con le telecamere dei nostri cellulari. E quasi come l'omonima trasmissione, si é sempre in onda, senza una regia e non si viene neppure pagati! Come in TV se non proteggi la tua intimità è dura, e se si tratta di Bettarini, francamente chi se ne frega! Ma se si tratta di un'adolescente che mette in giro un video hard, che poi diventa virale, è difficile mettere un confine.

Lo sport, soprattutto per le nuove generazioni, può essere uno spazio reale e non virtuale. In cui impegno, sudore e fatica fanno ancora sentire intimamente vivi.

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