Ponte dei Santi, da Alghero aerei sold out
Impossibile volare con le tariffe della continuità nel prossimo week-end. Esplode la rabbia di chi voleva partire per svago o per lavoro: siamo ostaggi di Alitalia
ALGHERO. «Siamo sequestrati nella nostra terra», «siamo ostaggi», «questo è un sequestro di persone». Sono solo alcune delle proteste – le più accese, a onore del vero – esplose ad Alghero, a Sassari e in tutto il territorio in vista del prossimo, lunghissimo fine settimana, che tra ponti, Santi e Defunti si configura come una ghiottissima opportunità per staccare la spina e andare a fare un giro da qualche parte.
Ma se a qualcuno la voglia di viaggiare viene solo all’ultimo momento, può praticamente scordarselo. I voli Alitalia che garantiscono i collegamenti in regime di continuità territoriale sono praticamente sold out. «Prenotare oggi per il prossimo fine settimana è materialmente impossibile, a meno di non essere disposti a fare giri pazzeschi e spendere cifre molto più alte di quelle previste dalla continuità», lamenta una donna.
Il livello di indignazione, questa volta, è diretto alla compagnia di bandiera. «Avrebbero anche potuto immaginare che in questi giorni ci sarebbe stato bisogno di implementare il numero delle tratte da e per Roma, quantomeno», considera un ragazzo che per motivi di lavoro ha saputo solo da poche ore di potersi muovere per qualche giorno di relax e si è immediatamente attaccato al computer per cercare la soluzione di viaggio più economica e comoda. Ma niente, «da venerdì 28 ottobre a mercoledì 2 novembre – è la lamentela diffusa – lasciare la Sardegna è un privilegio per pochi». Per essere ancora più precisi, uno dei problemi maggiormente rilevati è il rientro nell’isola nel week end. «Tra studenti e lavoratori che vivono lontano dalla Sardegna, e che hanno scelto di sfruttare il ponte per ritornare a casa e passare le feste in famiglia, tra venerdì e domenica i collegamenti dall’aeroporto di Fiumicino al “Riviera del corallo” sono sold out», protesta una professionista che nei prossimi giorni dovrà andare a Roma per motivi di lavoro. «Se per una qualsiasi esigenza professionale o familiare qualche sardo che vive oltre Tirreno dovesse avere necessità di rientrare nell’isola, è sostanzialmente impossibilitato», aggiunge. Abbastanza simile la situazione per il collegamento con l’aeroporto di Linate, a Milano. Il tema diventa tanto più attuale anche alla luce di quello che sta succedendo a livello politico. Il “Riviera del corallo” è infatti al centro di un confronto serrato tra attori istituzionali, economici, sociali e culturali del territorio, che chiedono a gran voce alla Regione di fare tutto quanto in suo potere per preservare la società di gestione e rilanciare l’operatività dello scalo del Nord Ovest Sardegna. «Al di là delle solite polemiche legate al turismo e al rischio che la difficoltà del comparto possa trascinare il territorio in una crisi di soluzione complicata – è la riflessione di molti – qua stiamo parlando della negazione di un diritto banalissimo come quello alla mobilità». Gian Mario Sias