Terremoto, la testimonianza di un vigile del fuoco sassarese: "Ero in auto, tremava tutto"
Parla Gianni Fresu, uno degli uomini della task force del 115. Ora da Cagliari e Oristano arriveranno altri rinforzi per aiutare gli sfollati
SASSARI. Il loro compito era mettere in sicurezza gli edifici danneggiati dal sisma di due mesi fa, ma nelle ultime ore la loro missione è ritornata al punto di partenza: scavare per cercare persone intrappolate tra le macerie. Gianni Fresu è un vigile del fuoco di Sassari che da qualche giorno si trovava nelle zone colpite dal terremoto del 24 agosto. Con lui altri tre colleghi sassaresi e due di Nuoro. Ieri mattina era in auto sulla Salaria in direzione Amatrice, quando, alle 7.40, la terra ha cominciato a tremare. «All’inizio pensavo avessimo bucato – racconta –, ma sono bastati due secondi per capire che si trattava di un nuovo terremoto. Tutti gli edifici intorno a noi si sono sbriciolati». Per Fresu e i colleghi, dunque, la missione ha preso un’altra direzione e si sono diretti verso le zone devastate delle Marche. Non senza difficoltà, visto che la Salaria in più punti ha subito crolli ed è stata chiusa al traffico.
Mercoledì, quando l’incubo terremoto si è rifatto vivo, Fresu si trovava ad Amatrice, la cittadina simbolo della distruzione del 24 agosto. «È in quel momento che lo scenario è cambiato completamente – spiega –. Fino ad allora eravamo impegnati a mettere in sicurezza i palazzi danneggiati, mentre oggi ad Amatrice non è rimasto più niente. E lo stesso vale per Ussita e Castelsantangelo. Per fortuna questi paesi erano quasi tutti già evacuati, altrimenti i morti sarebbero stati centinaia». Domani arriveranno dalla Sardegna altri 9 vigili del fuoco di Cagliari e Oristano, mentre la settimana prossima un’altra squadra da Sassari e Nuoro.
La scossa di terremoto di ieri alle 7.40 si è sentita fino in Austria. Figurarsi quello che ha provato chi vive a pochi chilometri dall’epicentro. Come Laura Meloni, di Iglesias, ma da 10 anni a Perugia. «È stata fortissima ed è durata parecchio. Io e il mio compagno siamo rimasti immobili nel letto nell’attesa che tutto finissse – racconta –. Per me, sarda, quella del terremoto è un’esperienza nuova, a cui è difficile adattarsi, ma abitando in Umbria sarò costretta a farci l’abitudine».